Confedilizia: no alla determinazione degli estimi catastali da parte dei comuni

di Redazione 1

Il Presidente della Confedilizia, Corrado Sforza Fogliani, ha dichiarato: “La nostra costanza nella difesa dello Stato di diritto è stata ancora una volta premiata. Siamo stati coperti di improperi, più o meno velati, da uomini del passato Governo quasi non sapessimo né leggere né scrivere. In più, si sono fino all’ultimo portati avanti provvedimenti attuativi anche afferenti il personale come per mettere il nuovo Governo davanti ad un fatto compiuto. Ora, però, il Tar ha fatto giustizia e il diritto ha ancora una volta trionfato. Il Governo Berlusconi ha ora le mani libere per rimettere le cose a posto e ridare tranquillità agli italiani così come alle strutture catastali. Spiace solo per il tempo e le risorse perse e fatte perdere anche ai Comuni, fino all’ultimo illusi. La riforma del Catasto in senso reddituale, per il quale si è pronunciato, insieme all’on. Fini, anche il candidato Premier della coalizione che non a caso gli
italiani hanno premiato, on. Berlusconi, può essere ora condotta in un quadro di chiarezza
e trasparenza, senza l’aberrazione di Comuni che avrebbero dovuto fissare – secondo il Governo Prodi e il Ministro Visco – la base imponibile della loro maggiore imposta.

La battaglia vinta dalla Confedilizia ripristina un fondamentale tassello di una convivenza che, per essere civile, non può che essere fondata su una fiscalità equa e controllata. La Confedilizia aveva presentato ricorso al Tar con l’assistenza del prof. Vittorio Angiolini, al quale siamo grati per il perfetto ausilio prestato in unione con l’avv. Paolo Panariti. Ma la Confedilizia è grata anche all’Aspesi-Associazione nazionale tra società di promozione e sviluppo immobiliare, all’Assoutenti- Associazione nazionale utenti dei servizi pubblici, alla Fiaip-Federazione italiana agenti immobiliari professionali, alla Gesticond-Libera associazione di amministratori condominiali e immobiliari, e all’Isivi-Istituto italiano di valutazione immobiliare che –uniche associazioni dell’immobiliare solidali con la battaglia della Confedilizia – sono intervenute nel ricorso presentato dalla nostra Confederazione e in appoggio con le tesi della stessa”.

www.confedilizia.it

Commenti (1)

  1. GIU’ LA MANI DAL CATASTO

    Non è una minaccia, ma un segnale di pericolo che culminerà nella sola revisione degli estimi, ovviamente al rialzo ottenendo come risultato finale l’aumento di almeno il triplo dell’I.c.i. e in pari quantità dell’aumento di tutte le imposte che oggi gravano sulle compravendite e il passaggio di un immobile; (a meno che non si tratti di nullatenenti).
    L’intento di smembrare il catasto per assegnarlo ai comuni nasce dal D.Lgs 112/98. Tutti gli operatori del settore, gli undicimila lavoratori dell’Agenzia del Territorio (Catasto) professionalmente preparati in materia e tutte le categorie professionali che ne fanno uso (Geometri, Notai ecc….) sono contrari al dare ai Comuni la possibilità di gestire il patrimonio immobiliare considerando che oggi il catasto sia completamente informatizzato con banche dati aperte sia ai professionisti sia ai cittadini (di conseguenza anche ai comuni), e pertanto diventa completamente inutile portarne la gestione ai comuni che dovranno fare fronte a costi di gestione dei servizi che sicuramente andranno a carico del cittadino senza produrre alcun beneficio.
    Dall’avvento della circolare n° 2 dell’ ’88 a firma dell’Ing. Cannafoglia che introdusse la procedura informatizzata per il rilievo e l’aggiornamento cartografico del territorio, si sono fatti enormi progressi fino ad arrivare ad oggi alla quasi totale informatizzazione delle banche dati catastali. Ricordo in allora il panico che si generò nei ranghi professionali, laddove si dava avvio ad un’era dove la topografia veniva applicata alle procedure informatiche, allora fu un falso allarme; lo si è capito ben presto. L’unica nota negativa fu che il frazionamento di un terreno costava fino all’’88, 250 mila lire circa, con la messa a regime della circolare 2/89 venne a costare dagli 800.000 a un 1.200.000 circa, naturalmente sempre a carico del contribuente, stessa cosa che verrà a capitare oggi con il decentramento del catasto ai comuni e anche questa volta si moltiplicherà tutto per quattro se non di più.
    L’archivio storico, intanto, era stato composto con l’ausilio della topografia con la differenza che non esistevano i tacheometri elettronici a infrarossi oggi diventati stazioni totali; la mappatura del territorio, sia il rilievo di campagna che la grafica fu fatta con la massima professionalità componendo le cosiddette mappe d’impianto che a tutt’oggi utilizziamo perché il catasto ce lo permette avendole conservate e le conserva tutt’oggi con religiosa cura. Se l’archivio storico dovesse essere spostato si creerebbe un grave danno; mappe d’impianto, monografie dei punti trigonometrici e bozze d’impianto saranno smembrate con il rischio del loro danneggiamento oltre al fatto che tutta la procedura grafica del rilievo costerà per lo meno il doppio soprattutto laddove ci si troverà a cavallo di due poli decentrati dove per acquisire i dati necessari ad esempio per fare un frazionamento occorrerà fare parte della ricerca documentale a Cuneo e parte a Bra; oppure parte a Mondovì e parte a Cuneo oppure ancora parte in un comune e parte in un altro.
    L’avvento della circolare 2/88 diede avvio comunque ad un era molto importate e pochi anni dopo anche con il catasto dei fabbricati si passò alla procedura meccanografica. Da allora i tecnici del Catasto sono sottoposti ad un lungo e periodico impegno a suon di corsi di aggiornamento e solo loro sono in grado allora come adesso, di trattare una materia complessa ma bene organizzata, precisa perché informatizzata e pressoché quasi tutto trasmissibile all’archivio catastale via internet anche qui con procedure magistralmente messe in atto dai tecnici del catasto. Solo loro sono i nostri paladini nella gestione del Catasto, i tecnici provinciali che accumulando corsi di aggiornamento e in pochi anni hanno portato il catasto che era un archivio tecnico numerico ad un archivio sempre tecnico numerico, però informatizzato su quasi tutte le attività e sempre con loro, ma andando in provincia dove tutto il servizio è concentrato, possiamo risolvere, con i veri addetti ai lavori, tutte le problematiche che si presentano quotidianamente ai nostri uffici.
    C’è un arretrato, questo si sa, ma è anche qui un aspetto positivo dell’attuale eccellente organizzazione del catasto. L’ufficio relazioni con il pubblico, U.R.P., con la procedura delle istanze per la correzione degli errori formali, ha messo in pratica una metodologia snella e celere che risolve sul sistema meccanografico tutti gli errori che noi tutti, privati e professionisti, abbiamo commesso in passato. L’ufficio è concentrato in sede e collabora al buon funzionamento di quella complessa materia, e fa si che il catasto funzioni in modo celere e professionale. Non è da paragonare all’avvento della legge 47/85 “legge sul condono” dove si pretendeva (art. 52) che in un anno si aggiornasse tutto l’arretrato catastale. Infatti questa scadenza è stata prorogata per 5 anni di seguito portando agli archivi del catasto un accumulo di lavoro insopportabile ora però anche questo è tutto caricato sul sistema informatico. Ci sarebbe ancora molto da dire, occupandomi di catasto da trent’anni, una materia complessa ma resa snella per la quale c’è ancora molto da fare e da imparare, ma che grazie agli operatori tecnici delle sedi provinciali, molto preparati, in anni di esperienza e corsi di aggiornamento si è arrivati a rendere un servizio al pubblico molto efficiente e completo. Peccato che ora lo si vuole smembrare e quel che è più grave dare in mano a persone che a volte seguiranno più le volontà politiche del sindaco di turno a scapito di un’oggettività oggi garantite degli operatori dell’Agenzia del Territorio. Si improvviseranno addetti ai lavori, tecnici di settore, magari potrà anche succedere, ma dopo anni di esperienza e corsi di preparazione, non certo in pochi mesi. Chi ha inventato questo disastro si deve vergognare, non funzionerà mai.

    Consigliere Comunale e geometra
    Bruno Montanaro
    P.S. Questo è l’articolo che mandai a tutti i giornali locali dopo che nel mio Comune votarono tutti l’opzione per il polo di Bra (Cn). A Bra oltre che ignoranti sono arroganti e tutti i tecnici del Catasto mi fecero grandi complimenti.

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