«Costruire nuovi alloggi da destinare all’affitto a canone sociale, usare l’edilizia residenziale pubblica per rivitalizzare i centri storici e restituire loro la funzione abitativa.» Sono questi gli obiettivi prioritari della proposta di legge che l’assessore Eugenio Baronti presenterà per l’approvazione in giunta e che costituiranno il fulcro della nuova politica regionale sulla casa. L’assessore li ha enunciati durante il suo intervento a chiusura del convegno sulle politiche abitative in Toscana promosso da Cgil, Cisl e Uil con la partecipazione di Sunia, Sicet e Uniat, tenuto stamani all’Hotel Ac a Firenze. «In questo momento – ha sottolineato Baronti –con 50 mila famiglie in attesa di una casa, con una crisi finanziaria ed economica che mette in crisi il nostro stesso modello di sviluppo, con il costo di mercato degli alloggi diventato insostenibile non solo per le fasce più povere ma anche per una famiglia media, quella di incrementare il patrimonio pubblico destinato all’affitto è la priorità più inderogabile» Baronti ha anche accennato ad altri punti qualificanti della proposta, volti a «ridare giustizia al settore» ed a «renderlo efficiente e snello». Fra questi l’assetto del sistema di edilizia residenziale pubblica e della sua gestione. «Non ci saranno più – ha spiegato l’assessore regionale alla casa – i Lode e nemmeno le SPA, le società per azioni che gestiscono il patrimonio.

Non ci saranno più 11 gestori, con 11 diverse modalità di gestione e rendicontazione, ma il sistema sarà basato su un modello già sperimentato come quello delle aree vaste». Dunque 3 gestori, corrispondenti alle 3 aree vaste: costa, Toscana centrale, Toscana meridionale. Il livello programmatorio avverrà per “zone”, corrispondenti ai distretti sociosanitari: 14 zone con 114 comuni per la costa, 9 zone con 73 comuni per la Toscana centrale e 14 zone con 103 comuni per la Toscana meridionale. Il sistema punterà inoltre alla “qualità e alla ecoefficienza” – ha aggiunto Baronti – e sulla “immediata cantierabilità degli interventi”. «Ci sarà, già nel meccanismo di assegnazione delle risorse – ha precisato l’assessore – un meccanismo basato sulla resposabilità e su penalità per i soggetti che non realizzeranno gli interventi, che porterà velocemente alla revoca dei finanziamenti in caso di inerzia e all’assegnazione ad altro intervento.» Infine le risorse. «L’attuale sospensione della vendita di case popolari – ha detto Baronti – si concluderà non appena sarà terminata la rendicontazione delle risorse assegnate in questi anni. La data che abbiamo posto è il 30 novembre. Quando sapremo quante sono le risorse potremo farle confluire in un unico fondo a carattere regionale.» In precedenza erano intervenuti il vicepresidente della Regione, Federico Gelli e il presidente della commissione consiliare territorio Erasmo D’Angelis. Gelli ha tra l’altro ricordato che la Regione Toscana ha proposto, insieme a Campania, Piemonte e Liguria, ricorso alla Corte Costituzionale, contro gli articoli 11 e 13 della legge 133 del 2008 (la legge di conversione del decreto 112 – la cosiddetta finanziaria di giugno del Governo). «L’articolo 11 – ha spiegato Gelli – accentra le competenze in materia di programmazione sulla casa, l’articolo 13 invece è relativo ai criteri di alienazione delle case popolari. Questi articoli sono incostituzionali – ha spiegato – perché le Regioni , dopo la riforma del titolo V della Costituzione, hanno competenza primaria ed esclusiva sulla casa. Insomma – ha concluso Gelli che si è detto convinto della vittoria– il Governo da una parte vuole accentuare il federalismo, dall’altro torna ad accentrare su questioni come quella della casa.» Al convegno promosso dai sindacati hanno preso parte, oltre rappresentanti regionali e nazionali di Cgil, Cisl e Uil e dei sindacati degli inquilini, anche rappresentanti di Cispe, dei soggetti gestori e dei Lode della Toscana. L’assessore Baronti ha ribadito che, dopo la presentazione in giunta della bozza della nuova proposta di legge, che ora si trova al vaglio degli uffici giuridici della Regione, e prima dell’approdo in Consiglio regionale, vi sarà un articolato programma di concertazione con tutte le istanze interessate alla nuova legge. «In modo che il testo finale, che dovrà governare il sistema degli interventi pubblici sulla casa in Toscana sia il più possibile condiviso e concertato»

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