San Patrignano sostenibile: “chilometro 0” anche per acqua, energia e rifiuti

di Redazione 1

San Patrignano si conferma una realtà all’ avanguardia nella cura dell’ ambiente e delle risorse energetiche e farà un ulteriore passo avanti diventando protagonista di un progetto sperimentale che, nelle previsioni, in qualche anno permetterà alla comunità di raggiungere l’ autonomia nella gestione dei rifiuti e di limitare al minimo l’ impatto ambientale delle proprie attività. Grazie alla collaborazione di Klyma Consultin San Patrignano si doterà di una serie di apparecchiature particolarmente innovative per il trattamento delle biomasse, dei rifiuti e dell’ acqua. Il progetto è stato presentato alla Rassegna Internazionale dedicata allo sviluppo sostenibile a Riminifiera.

Biomasse
San Patrignano produce una vasta quantità di biomasse – materiali in tutto e per tutto naturali quali ad esempio i residui della potatura delle viti e degli ulivi, le vinacce di risulta dalla vinificazione, le lettiere delle scuderie, i fanghi residui della depurazione – che, opportunamente trattate, possono trasformarsi in energia elettrica. Grazie ad una nuova tecnologia che unisce alte temperature ed agenti chimici, tali materiali saranno trasformati in un gas che, trasmesso ad un generatore, produce energia elettrica da immettere direttamente nella rete pubblica. A fronte di tale produzione il gestore della rete pagherà a San Patrignano un corrispettivo previsto dalla normativa vigente. Il potenziale produttivo a regime, calcolato da Klyma, è di 500 kw/ora.

Rifiuti
Due le azioni in programma: la prima è il potenziamento della raccolta differenziata già da tempo attuata all’ interno della comunità e che sarà oggetto di uno studio specifico per comprendere appieno le quantità di rifiuti prodotti per ogni tipologia (vetro, carta, alluminio, plastica, imballaggi, rifiuti organici delle cucine) e la possibilità di integrarne la lavorazione. La seconda è l’ utilizzo attento dei rifiuti indifferenziati. Eventuali frazioni residue, valorizzabili dal punto di vista energetico, verranno inserite nel programma previsto per il trattamento delle biomasse e contribuiranno a produrre energia elettrica.

Acque
Anche in questo caso sono due le azioni in campo. Da dicembre 2008 il Centro medico della comunità è l’ unica struttura della provincia, la seconda in Italia dopo l’ ospedale “Niguarda Ca’ Granda” di Milano, a dotarsi di un innovativo impianto di depurazione delle acque. Il trattamento avviene con l’ utilizzo di disinfettanti che non contengono cloro e la qualità delle acque è tale da permettere il loro scarico in fognatura pubblica senza alcuna limitazione. La seconda riguarda le acque nere della comunità, sia quelle prodotte dalle attività civili, sia i liquami provenienti dalle stalle. Il progetto prevede il potenziamento del depuratore attualmente in funzione a Sanpa e il raddoppio dell’ attuale bacino di raccolta in maniera tale che le acque nere, opportunamente trattate, possano essere usate per l’ irrigazione dei campi.

Le ricadute positive
Tutte queste azioni saranno in grado, una volta a regime, di produrre una serie di ricadute estremamente positive per l’ ambiente, per San Patrignano e per le comunità locali circostanti. Si potrà diminuire in maniera significativa l’ ammontare di spazzatura che dovrà lasciare la comunità verso le discariche, dunque meno camion, meno traffico, meno inquinamento. Fatto 100 l’ ammontare attuale di rifiuti e di biomasse prodotti da San Patrignano che finiscono in discarica, con il sistema a regime si ridurranno ad appena il 10%. Inoltre, il processo termochimico delle nuove tecnologie evita la combustione dei rifiuti, limitando al massimo l’ emissione in atmosfera di gas nocivi.

I benefici delle risorse idriche
La possibilità di dare vita ad un circolo virtuoso di recupero delle acque nere permetterà a San Patrignano di contribuire ad un sostanzioso risparmio delle risorse idriche, a tutto vantaggio del territorio. Non ultimo, attraverso questo nuovo approccio alle tematiche ambientali sarà possibile formare nuove figure professionali che, al termine del percorso, saranno altamente specializzate nella gestione pratica e manageriale di settore; figure che troveranno un mercato del lavoro particolarmente fiorente e selettivo. Più in generale, prestandosi a questa sperimentazione San Patrignano vuole farsi portatrice di un forte messaggio culturale per cui è possibile creare efficaci sistemi di gestione ambientale per singole comunità locali, creando sistemi autosufficienti e a basso impatto per la natura.

I tempi
Il progetto sperimentale si articolerà lungo un percorso di poco meno di due anni, dal dicembre 2008 al primo semestre 2010. Il primo impianto ad essere installato sarà il sistema di depurazione delle acque del Centro medico, quindi in questi primi mesi del 2009 si procede al potenziamento della raccolta differenziata, all’ installazione delle tecnologie di produzione energetica e al raddoppio del depuratore e del bacino di raccolta. Entro il primo semestre del 2009 saranno elaborate le prime valutazioni sulla nuova gestione ambientale interna alla comunità, mentre i successivi 12 mesi serviranno ad affinare le metodologie di lavoro e a portare a regime l’intero processo.

A studiare il “caso San Patrignano” e a certificare la bontà delle operazioni messe in atto saranno il Dipartimento di Economia e di Ingegneria agraria dell’ Università di Bologna e la Facoltà di Chimica Industriale del Polo di Rimini – Università di Bologna.

Commenti (1)

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