Indagine conoscitiva sul mercato immobiliare: l’ efficienza energetica degli edifici

di Redazione Commenta

La riqualificazione del patrimonio edilizio nazionale comprendente il consolidamento strutturale e l’ efficienza energetica.

Da una prima indagine dell’ Agenzia del Territorio presentata a Ginevra nell’ ambito dell’UNECE Working Party on Land Administration (WPLA) emerge che, su 77 Provincie monitorate, sono stati rilevati 1.505.000 edifici nascosti ovvero sconosciuti al catasto. Ancorché per una parte possano essere immaginati semplici ritardi nell’ accatastamento pur in presenza di edifici regolarmente edificati, è presumibile che un’ altra parte sia conseguenza di ampliamenti e nuove costruzioni prive di permesso di costruzione.

Da una stima di Confedilizia emerge che in Italia vi sarebbero tra i 700 e gli 800 mila immobili inabitabili in quanto da ristrutturare o da rimettere in pristino, in gran parte situati nei centri storici. Appare evidente che la vastità del patrimonio immobiliare è tale che lo Stato potrà reperire risorse, nel tempo, solo per la riqualificazione ed il consolidamento statico degli edifici pubblici strategici.

Ne consegue che per quanto attiene l’ edilizia privata – peraltro caratterizzata da una parte del patrimonio immobiliare esistente che si stima solo in parte coincidente con le più ampie casistiche sopra evidenziate, è stato costruito abusivamente in economia e poi (forse) solo amministrativamente sanato nel tempo – la riqualificazione necessita di essere incentivata con appropriati meccanismi che rendano conveniente al cittadino, anche fiscalmente, sostenere fin da subito il maggior costo di riqualificazione e la messa in sicurezza degli edifici esistenti.

Per questo potrebbe essere ipotizzata anche un’ operazione di promozione della cultura della qualità (dal risparmio energetico alla sicurezza delle impiantistiche), della sicurezza statica – strutturale e del diverso valore di quegli edifici che rispondono pienamente alle normative urbanistico – edilizie vigenti.

Ne consegue che anche se solo una parte di questo patrimonio fosse oggetto di riqualificazione – con intereventi medi stimabili in 30 mila euro per immobile – per ogni 100 mila proprietà si attiverebbero investimenti per oltre 3 miliardi di euro. Con il conseguente impatto sulla ripresa economica e sulla disponibilità di moderne e più confortevoli abitazioni da dare in locazione, nonché con benéfici effetti sul gettito fiscale che lo Stato ricaverebbe dall’ Iva e dalle altre imposte.

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