Focus sull’Economia Immobiliare, le compravendite

In base ai dati pubblicati dall’Agenzia del Territorio lo stock complessivo in Italia ammonta a 65,8 milioni di unità, di cui più del 49% sono abitazioni e, complessivamente, si concentra nelle regioni del Nord, 50% circa

La variazione di stock complessivo, rispetto al 2008, vede un aumento del 2,3% di unità immobiliari a livello nazionale; le variazioni intervenute nella numerosità dello stock riguardano non solo gli accatastamenti di nuove unità immobiliari o i frazionamenti ma tutti i movimenti registrati dagli uffici.

Nel 2009, per il settore residenziale, si evidenzia il calo delle abitazioni popolari (-687 unità) e delle abitazioni ultrapopolari (-33.772 unità), derivante in particolare dall’attuazione dell’art.1, comma 336 Legge 311/2004 e la riduzione delle abitazioni rurali (-5.690 unità) a seguito dell’applicazione dell’art. 2 comma 36 DL 262/2006. Le suddette normative hanno comportato la variazione della classificazione di tali unità immobiliari, in categorie catastali di maggior pregio quali abitazioni civili e abitazioni economiche. Il VIP complessivo ammonta a 2.715 miliardi di euro, di cui il 59,48% circa è relativo alle abitazioni, mentre il 18,18% è relativo agli immobili speciali destinati in prevalenza alle attività produttive. E’ sempre nel Nord che si concentra più del 50% del VIP complessivo.

Secondo Reag, dopo le performance negative della prima metà del 2009 nel secondo semestre dell’anno e nel primo del 2010 la domanda sembra in ripresa. I tempi medi di vendita si sono alzati e si attestano mediamente intorno ai 6,2 mesi, sia che si tratti di abitazioni nuove che usate, ma superano i 7 mesi in molte città come Bologna e Bari. Gli sconti mediamente praticati sul prezzo richiesto sono pari a circa il 13% per l’usato, con punte più alte nelle città del Sud e nelle aree periferiche delle città; gli sconti sul nuovo si attestano a circa il 9,5%. Nei prossimi mesi il numero di compravendite dovrebbe ricominciare a crescere e anche nelle zone periferiche delle città non si dovrebbero registrare ulteriori segni negativi nel volume degli scambi, mentre la domanda è in ripresa soprattutto nel comparto delle rivendite; per quanto riguarda i prezzi non si dovrebbero registrare ulteriori ribassi.

Nel corso del 2010 e del 2011, e come già avvenuto in passato, il settore residenziale guiderà la ripresa dell’intero comparto continuando a essere il naturale sbocco della liquidità delle famiglie; per quanto riguarda, invece, il comparto degli immobili per le attività economiche la ripresa sarà più lenta e direttamente proporzionale all’evoluzione del quadro macro economico che appare ancora incerto. Il decremento medio dei valori, calcolato considerando le principali aree urbane, è stato dello 0,3% nelle zone di pregio e in centro, mentre nel semicentro e in periferia si è registrato un incremento medio pari allo 0,1%.

La crisi non è ancora alle spalle ma il mercato immobiliare va stabilizzandosi in tre delle principali piazze immobiliari italiane: è il dato che emerge dall’analisi trimestrale dei prezzi delle case di seconda mano di idealista.it. Se per Milano il rialzo (2,5%; 4.064 euro/mq), rappresenta una conferma del ritorno d’interesse per il mattone, Roma (1,3%; 4.443 euro/mq) è in recupero, mentre Torino (-2,7%; 2.275 euro/mq), presenta una situazione ancora instabile. La crisi continua a mordere nelle periferie delle grandi città e a soffrire maggiormente è il segmento del mercato medio-basso. A Milano il segno meno prevale ancora nella maggior parte delle zone monitorate; il centro storico, con 8.771 euro/mq e una variazione positiva del 2,2% è il quartiere più caro.

Fonte: Tecnoborsa
www.tecnoborsa.it

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