Il problema dei ponti termici, tanto odiati dai professionisti

di Redazione Commenta

I ponti termici sono da evitare, anzi, sono da odiare. Insomma i professioni in fase di progettazione devo trovare soluzioni alternative per rendere le case più efficienti. Una ricerca dell’Istituto Makno di Milano ha evidenziato quali sono lo scelte degli architetti e degli altri professionisti nel nostro Paese. La recente ricerca di mercato condotta dall’istituto Makno di Milano su un campione composto da architetti, ingegneri e termotecnici, rivela che il 50% dei professionisti combatte il fastidioso problema dei ponti termici attraverso soluzioni tecniche specifiche. Ma in generale, quanto effettivamente si conosce dei ponti termici nel nostro paese e quali soluzioni vengono privilegiate per contrastarli? I dati raccolti indicano come predominante la percentuale di professionisti che ancora ricorre all’uso del cappotto termico (72%) rispetto al taglio termico (27%).

La diffusa sensibilità verso questa problematica si deve principalmente al fatto che negli ultimi tempi la normativa italiana ha posto sempre maggiore attenzione al risparmio, alla certificazione energetica degli edifici e alla qualità costruttiva che deve essere perseguita per evitare danni alle strutture, condensa e muffa.

Isolamento a cappotto

Questa tipologia di isolamento prevede che il balcone venga completamente rivestito su tutti i lati. Ciò comporta costi di installazione (da parte di aziende specializzate) e di manutenzione che devono essere necessariamente presi in considerazione per valutare l’effettivo risparmio in termini di costi.

Taglio termico

Il giunto isolante permette il proseguimento uniforme ed omogeneo dell’isolamento della parete esterna, riducendo così al minimo il ponte termico. Il giunto viene posizionato internamente, tra la soletta a sbalzo e il solaio interno, e ciò evita che ci siano costi aggiuntivi per la manutenzione ed assicura maggiore durabilità e alte performance isolanti.

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