Il mercato delle costruzioni dal II Rapporto immobiliare 2010 Nomisma

L’impatto della crisi economica sul settore delle costruzioni in Italia

La crisi economica, originatasi negli Stati Uniti ed intensificatasi verso la fine del 2008, ha prodotto un impatto decisamente rilevante sul settore delle costruzioni, ampliando la tendenza recessiva già in atto nella seconda metà dello stesso anno. Secondo uno studio recente della Banca d’Italia i fattori di crisi emersi tra il 2008 ed il 2010 avrebbero sottratto al settore delle costruzioni in questo triennio circa il 10,8% del volume di investimenti previsti, coinvolgendo sia il comparto privato che quello pubblico.

Per quanto concerne la domanda privata, questa è ancora fortemente condizionata dal clima di incertezza prodotto dalla crisi economica e finanziaria, con imprese e famiglie che tendono a rimandare i propri piani di investimento.
Problemi anche per la domanda pubblica, che risente della contrazione delle risorse per nuovi investimenti e deve comunque rispettare i vincoli di spesa derivanti dal patto di stabilità interno.

Secondo l’ISTAT, nel 2009 gli investimenti in costruzioni sono diminuiti del -7,7% in termini reali rispetto all’anno precedente, che si aggiunge al -2,8% del 2008 rispetto al 2007.

L’ANCE prevede poi una ulteriore flessione del -7,1% per il 2010. Dopo nove anni di crescita, pertanto, i volumi di produzione del settore sono ritornati ai livelli osservati a fine anni ’90, con una flessione attesa degli investimenti nel triennio 2008-2010 mediamente pari al -17%, che coinvolge tutti i comparti (-31%) atteso per le nuove abitazioni, -22% per l’edilizia non residenziale privata, -21% negli ultimi 6 anni per i lavori pubblici) ad eccezione di quello rappresentato dalla ristrutturazione degli immobili residenziali, che appare stazionario.

I consuntivi 2009 secondo l’ANCE
Sulla base dei giudizi espressi dalle imprese associate all’ANCE, gli investimenti in costruzioni nel corso del 2009 si sono ridotti in termini reali di 7,7 punti percentuali. Entrando nel dettaglio dei singoli comparti analizzati, quello delle residenze ha evidenziato una flessione pari al -8,9% (-2,1% nel 2008), sintesi del decremento del -18,8% degli investimenti in nuove abitazioni e della stabilità, del recupero abitativo.

In particolare, per quanto concerne gli investimenti in recupero di immobili residenziali, i livelli produttivi risultano attualmente stabilizzati sui dati acquisiti negli anni precedenti, con le agevolazioni fiscali previste per l’esecuzione di interventi di recupero che hanno positivamente influito sulla tenuta del comparto.

Da sottolineare quindi il positivo impatto degli incentivi fiscali collegati alle ristrutturazioni edilizie, che prevedevano fino al 31 dicembre 2009, per coloro che già usufruivano dell’agevolazione sulle ristrutturazioni edilizie, di cumulare una detrazione fiscale aggiuntiva del 20% per l’acquisto di mobili, elettrodomestici ad alta efficienza energetica, apparecchi televisivi e computer, fino ad una spesa massima di 10.000 euro. Positivo anche l’impatto delle agevolazioni fiscali del 55% per interventi finalizzati al risparmio energetico sugli edifici esistenti, con richieste crescenti nell’ultimo triennio.

Passando al comparto degli investimenti privati in costruzioni non residenziali, questi hanno evidenziato nel corso del 2009 una riduzione dei livelli produttivi pari al -7% (-2% nel 2008), trend che risulta dovuto ad una flessione della propensione ad investire da parte delle imprese dell’industria in senso stretto e di quelle operanti nel settore dei servizi non finanziari, a causa delle forti incertezze del quadro economico generale, della debolezza della domanda interna ed estera e dell’elevato livello di capacità produttiva inutilizzata.

Per quanto concerne, invece, gli investimenti in costruzioni non residenziali pubbliche, la flessione registrata nel corso del 2009 si è attestata sul -5,4% in quantità (-5,1% nel 2008), conseguenza di una forte contrazione della domanda pubblica che, privilegiando il finanziamento di grandi opere (di solito appetite dalle imprese maggiormente grandi e strutturate), sottrae risorse agli interventi di minori dimensioni, solitamente oggetto delle attività ed alla portata delle imprese di dimensioni medio-piccole, ora maggiormente in sofferenza.

Le previsioni per il 2010
Cercando di comprendere ora cosa aspettarci per il 2010 le previsioni sembrano lasciar intravedere ulteriori segnali di flessione quantitativa degli investimenti in costruzioni che, pur più contenuta rispetto a quella rilevata nel 2009, appare ancora importante (-7,1%) e dove spiccano come performance negative attese le previsioni afferenti l’edilizia abitativa di nuova costruzione (-12,4%) e le opere non residenziali private (- 14,4%). Per il 2011, invece, pare intravedersi un’interruzione della caduta dei livelli produttivi, che dovrebbero stabilizzarsi sui livelli attesi per il 2010.

Confrontando ora le previsioni ANCE per il 2010 con quelle contenute nei documenti istituzionali di analisi economica, vediamo come queste evidenzino un ridimensionamento maggiormente contenuto rispetto alle visione, più negativa, fornita dall’ANCE, con flessioni comprese tra il -1,3% dell’ISAE ed il -2,7% della Commissione Europea.

Spingendoci fino al 2011, i previsori intravedono una modesta crescita dei livelli produttivi, con la RUEF e la Commissione Europea che, per tale anno, vedono una crescita del volume degli investimenti compreso tra il +1,7% ed il +1,8%, mentre, secondo l’OCSE, il recupero risulterebbe più elevato (+2,9%).

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