Demanio: Risultato del censimento sul patrimonio dello Stato

di Redazione Commenta

Conoscere per poter gestire. Conoscere per poter valorizzare. Conoscere per poter governare. E’ questa, in sintesi, la filosofia che sta alla base del primo Censimento dei beni dello Stato, operazione complessa, quanto fondamentale, portata a termine negli ultimi quattro anni dall’Agenzia del Demanio attraverso un notevole impegno di risorse e competenze.

Da anni è in corso un articolato dibattito sulla necessità che lo Stato conosca a fondo il proprio vasto patrimonio mobile, immobile, azionario o partecipativo. Il Censimento, negli ambiti di competenza dell’Agenzia del Demanio, risponde proprio a questa esigenza. Di più, esso fornisce uno strumento operativo ad una visione precisa ed innovativa delle proprietà pubbliche: il patrimonio dello Stato non più come una voce di costi passivi, ma come una risorsa ad elevato potenziale da sviluppare, un bene con una spiccata capacità di creare valore, di incidere in modo significativo sul “Sistema Paese”.

Lo strumento individuato per realizzare tutto questo è appunto il Censimento: l’obiettivo è arrivare ad una conoscenza puntuale, dettagliata e facilmente aggiornabile dei beni dello Stato, affidati in gestione all’Agenzia del Demanio, in modo da migliorarne la gestione, rendere possibile un aumento della redditività e l’incremento del valore.

I numeri
– 30.000 i beni di proprietà dello Stato, censiti dall’Agenzia del Demanio
– 20.000 (il 67%) sono edifici, 10.000 (il 33%) sono terreni
– 95 milioni di metri cubi di edifici censiti
– 150 milioni di metri quadri di terreni censiti

Il Censimento dei beni dello Stato in gestione all’Agenzia del Demanio è stata un’impresa complessa e impegnativa. A dimostrarlo, al di là della conosciuta dimensione del patrimonio dello Stato italiano, sono i numeri dell’operazione:

Qualche dato
– 4 gli anni necessari a realizzarlo
– 1.600 le persone che hanno contribuito alla sua realizzazione
– 400 le informazioni raccolte per ogni singolo bene censito
– 30.000 i beni in gestione di cui 20.000 edifici (67%) e 10.000 terreni (33%)
– 95 milioni di metri cubi di edifici censiti
– 150 milioni di metri quadri di terreni censiti
– 15.000 circa sono i beni del patrimonio disponibile; 13.000 di sono i beni in uso governativo; e 2.000 i beni appartenenti al Demanio storico-artistico
– 150.000 i rilievi tecnici effettuati complessivamente, fra cui 70.000 planimetrie
– 700.000 le immagini realizzate e archiviate
– 2.500 i beni ad alta potenzialità di valorizzazione individuati in 153 comuni (il 47% nel Nord Italia, il 40% nel Centro, il 13% nel Sud)
– 8 le regioni in cui è concentrato l’80% dei 2.500 beni ad alto potenziale (Lombardia, Piemonte, Veneto, Lazio, Toscana, Emilia Romagna, Campania e Sicilia)

LA SEGMENTAZIONE DEL PATRIMONIO
INDIVIDUARE I BENI OMOGENEI PER MIGLIORARNE LA GESTIONE
Un’analisi in tre fasi ha individuato un pacchetto di beni ad alto potenziale: sono 2.500 edifici sparsi in tutta Italia, soprattutto al Nord e nel Centro

Perché segmentare il patrimonio dello Stato
Creare insiemi di immobili affini in modo da rendere più razionale l’attività di gestione del patrimonio dello Stato. E’ per giungere a questo scopo che, grazie ai dati raccolti durante il Censimento, si è dato corso a un accurato processo di “segmentazione” del portafoglio immobiliare dello Stato.

L’attività di segmentazione
Il patrimonio è estremamente eterogeneo sia per caratteristiche tecnico-fisiche che per il contesto legislativo, economico, geografico in cui si trova. L’attività di segmentazione e formazione di beni assimilabili per alcune caratteristiche mira a fornire una fotografia dei beni pubblici più circostanziata e, quindi, a renderne il governo più semplice ed efficace.

Le informazioni considerate
Il modello di riferimento adottato tiene conto di tre dimensioni principali:
– caratteristiche intrinseche dei beni (ad esempio, la superficie, l’utilizzo prevalente, il tipo e l’ubicazione del Comune, gli indicatori socio-economici)
– localizzazione e contesto (destinazione urbanistica, ad esempio, o posizionamento)
– vincoli e opportunità (valutazioni sulla valorizzazione politico-strategica

Il processo di analisi
Il processo di analisi si articola su tre fasi, durante le quali il legame tra beni omogenei, in particolare riguardo alle singole azioni gestionali, viene affinato alla luce di ulteriori informazioni immesse nel corso dell’analisi e, da ultimo, di valutazioni di carattere strategico. Questo consente, alla fine del percorso, di individuare “pacchetti di beni” simili per quanto riguarda i concreti atti amministrativi realizzabili e pronti, quindi, per essere inseriti
nei Piani operativi.

Il risultato: 2.500 beni ad alto potenziale
E’ grazie al processo di segmentazione se l’Agenzia ha potuto selezionare circa 2.500 edifici ad alto potenziale di valorizzazione collocati in 153 comuni: 71 nel Nord Italia (il 47%), 66 nel Centro (il 40%) e 16 nel Mezzogiorno (il 13%). L’80% di questi 2.500 beni da valorizzare è concentrato in otto regioni: Lombardia, Toscana, Lazio (le tre con la concentrazione maggiore), Piemonte, Veneto, Emilia Romagna, Campania e Sicilia. Il restante 20% è situato nelle altre 12 regioni.

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