La riforma riguarderà 170mila alloggi ERP presenti nella regione.

Approvate a maggioranza dalla Commissione Territorio del Consiglio Regionale della Lombardia, le norme sulla revisione dei canoni d’affitto dell’edilizia residenziale pubblica. Il progetto di legge prevede modifiche nel sistema di calcolo del canone oltre a norme sulla vendita del patrimonio di edilizia residenziale pubblica. Per circa 20mila famiglie il canone applicato sara’ quello minimo, ossia inferiore a 20 euro. In ogni caso il canone massimo sara’ di circa 450 euro.

Punti fondamentali del provvedimento sono:
• la modifica del calcolo del canone di locazione, modulato non piu’ sul reddito lordo individuale ma su quello netto del nucleo familiare;
• l’introduzione di nuove norme sulla vendita degli alloggi Erp, prevedendo il limite del 20% delpatrimonio, salvo che per i Comuni senza fabbisogno abitativo;
• l’innovazione del sistema di sostegno per quanti non sono in grado di pagare il canone (Contributo di solidarieta’);
• la destinazione delle risorse, reperite attraverso l’eventuale incremento degli affitti e dalle vendite, alla manutenzione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica. Ai fini della determinazione del canone i nuclei familiari vengono suddivisi in quattro aree: a) area di protezione che comprende le famiglie che hanno un reddito ISEE fino a 9000 euro, derivante principalmente da pensione o lavoro dipendente o assimilato; b) area dell’accesso che riguarda le famiglie aventi un reddito da 9000 euro a 14.000 euro; c) area di permanenza che interessa i nuclei familiari con reddito fino a 28 mila euro; d) area di decadenza che si riferisce a coloro, che potendo competere coi prezzi del mercato, dovranno abbandonare gli alloggi popolari perche’ venuti meno i requisiti che ne avevano giustificato l’ingresso e la permanenza. In questo caso ci sara’ tempo due anni per cercare una nuova casa. Nel frattempo, pero’, il canone pagato sara’ maggiorato, rendendolo piu’ vicino ai margini fissati dal mercato. Il provvedimento, inoltre, innova le forme di sostegno esistenti per quanti non sono in grado di pagare il canone o di sostenere le spese. Si stabilisce, infatti, che ogni ente proprietario istituisca una Commissione che esaminera’ le domande di contributo e, nel caso lo ritenga essenziale, partecipi all’erogazione dei contributi. E’ questo il cosiddetto contributo di solidarieta’. Per quanto concerne invece la vendita degli alloggi, le norme approvate completano la legge 6/2007 che ha introdotto la possibilita’ di vendere all’asta gli alloggi vuoti di particolare pregio e valore economico e quelli particolarmente onerosi purche’ in condomino con proprietari privati. La nuova norma stabilisce che e’ possibile vendere solo per esigenze di razionalizzazione ed economicita’ della gestione in base a un programma approvato dalla Giunta Regionale. E che in ogni caso non puo’ essere venduto oltre il 20% del patrimonio immobiliare salvo per i comuni che non hanno fabbisogno abitativo. Le vendite, dice ancora la nuova legge, devono essere finalizzate ad esigenze di valorizzazione e i proventi destinati all’edilizia residenziale pubblica, dando priorita’ al recupero degli immobili inagibili, in modo anche da prevenire le occupazioni abusive.

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