Tengono i prezzi delle case che registrano un incremento del 2% su base semestrale e del 5,1% sull’intero 2007. Lo rileva il III Rapporto sul Mercato Immobiliare 2007 di Nomisma. Limitata invece la flessione delle compravendite: dopo i continui aumenti degli anni scorsi, quest’anno si chiuderà con una flessione delle transazioni di case stimabile in almeno il 3,3%, ma con punte ben superiori al 10% nei grandi centri urbani, si legge nel rapporto.

Per quanto riguarda l’indebitamento delle famiglie, secondo i dati della Banca d’Italia a giugno 2007, i mutui rivolti al settore immobiliare ammontavano a 405,6 miliardi di Euro, con un incremento rispetto all’anno precedente dell’11,4%. Pur trattandosi dell’ennesimo incremento a doppia cifra rilevato a partire dal 1997, il rapporto Nomisma fa notare come tale variazione risulti nettamente inferiore a quelle registrate negli ultimi 3 anni (+17,3% nel I semestre del 2006, +18,2% nel 2005 e +19,2% nel 2004).

Sulle conseguenze sul mercato dei mutui a seguito dell’ultimo incremento dei tassi d’interesse (+0,25 punti base a giugno 2007), dalle stime dell’istituto relativamente al numero di finanziamenti erogati a favore delle famiglie italiane per l’acquisto di un’abitazione emerge che già nel primo semestre dell’anno, una diminuzione nel volume di contratti accesi (-3% rispetto alla seconda parte del 2006 e addirittura del -6,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente).

L’analisi in serie storica dei tassi di insolvenza – spiega il rapporto – mostra chiaramente come l’indice si sia mantenuto stazionario dal 2002 al 2004 (1,7%) per poi scendere fino all’1,5% a dicembre 2006, momento in cui si è iniziata a rilevare un’inversione di tendenza che lo ha riportato su valori lievemente superiori a quelli di inizio decennio (1,8%).

Le prospettive per il 2008 sono di ulteriore contrazione dell’attività di compravendita, che tornerà verosimilmente sotto la soglia delle 800 mila unità compravendute, e di stabilizzazione delle quotazioni. Se a livello medio italiano è possibile prevedere una crescita dei prezzi nell’ordine del 2,5-3%, non si possono escludere flessioni puntuali in corrispondenza delle aree urbane di maggiori dimensioni.

Fonte: Portale Consumatore

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