“Qualsiasi allarme su eventuali rischi di sfratto per gli inquilini che abitano in casa di Edilizia residenziale pubblica è assolutamente ingiustificato”. Lo ribadisce l’assessore regionale alla Casa e Opere Pubbliche, Mario Scotti, dopo le dichiarazioni di ieri di esponenti lombardi del Partito Democratico. “La nuova legge regionale – spiega Scotti – ha introdotto una fase di transizione di due anni rinnovabili per le famiglie che superano i 28.000 euro di reddito Isee, una cifra che non corrisponde affatto a 28.000 euro di reddito, ma a un reddito netto, detratte tasse e spese mediche pari a 28.000 euro all’anno per le famiglie formate da una sola persona; a 38.860 euro netti all’anno per quelle di 2 persone, a 46.760 euro all’anno per quelle di 3 persone e 53.200 euro netti all’anno per quelle di 4 persone” “A parte il fatto che non si tratta di redditi particolarmente bassi – fa notare Scotti – nessuno rischia di essere mandato via dalle case proprio perché la norma prevede per queste famiglie contratti di due anni rinnovabili che prima non erano previsti”. Nei prossimi mesi comunque sarà convocato l’Osservatorio regionale per la condizione abitativa allargato ad Enti locali e parti sociali.

“In quella sede verificheremo – aggiunge l’assessore – a fronte di dati certi, l’effettivo impatto e se sarà necessario introdurre modifiche alle norme vigenti. Fino a quel giorno ogni ipotesi è assolutamente strumentale.” Scotti, poi, sottolinea la necessità che tutti collaborino per fornire ai Comuni e alle Aler quanti più elementi possibili per attuare innanzitutto le misure di attenuazione dell’impatto già previste dalla legge. “Solo in questo modo – conclude Scotti – Regione Lombardia potrà valutare, nell’ambito dell’Osservatorio regionale per la condizione abitativa, la reale situazione”.
(Ln)

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