Quartieri a luci rosse a Milano?

di Redazione Commenta

Non c’è solo un problema di dove, ma soprattutto un problema di come realizzarli.

In un paese quale è il nostro, che prevede come reato lo sfruttamento della prostituzione e sancisce con la confisca dell’immobile la concessione di una casa in locazione a chi esercita il meretricio organizzato, immaginiamo un po’ come potrebbe mai attuarsi un piano edilizio urbanistico per realizzare edifici da destinare con profitto ad ospitare la prostituzione.

A meno che non vogliamo pensare ad una “virtuosa alleanza” che, a mo’ di nuovo esercito della salvezza,si occupi, in spirito di puro filantropismo,di dare ricetto alle giovinette smarrite. E pensare che nel campo dell’ housig sociale, dove veramente esistono i bisognosi, non si riescono a mettere insieme due che siano disponibili a fare cosa di tal genere.

Ma, a parte la battuta, per la verita’ è gia’ in atto un processo di ghettizzazione di alcune vie cittadine pesantemente frequentate dalle prostitute e dalla malavita che le accompagna. Dove gli abitanti non escono la sera per paura di essere aggrediti e dove molti residenti e piccoli albergatori e commercianti pensano di lasciare e di trasferirsi altrove perche’ l’aria è diventata irrespirabile.
Il problema infatti non è solo per quattro donne che cercano di tirare a campare, ma soprattutto è rappresentato dalla malavita organizzata che vi pullula attorno e che gestisce le prostitute .

Ed allora non è gia’ questo l’inizio di un processo che, se non viene fermato in tempo,rischia di trasformare, in modo strisciante e senza proclami pubblici, attraverso,prima il degrado, poi la presa di possesso degli immobili, queste zone in veri quartieri a luci rosse?

Achille Colombo Clerici
Presidente Assoedilizia
Associazione della Proprieta’ Edilizia. tel 335237878
www.assoedilizia.com

La borghesia storica di Milano e della Lombardia

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