Le opere sono 547, provenienti da oltre 36 paesi, sono stati i progetti iscritti alla settima edizione del Premio Internazionale Dedalo Minosse alla Committenza di Architettura, promosso da Ala Assoarchitetti e dalla rivista l’Arca, con la sponsorizzazione di Caoduro Lucernari. Un premio unico nel suo genere che, premiando opere già realizzate, pone l’attenzione sulla committenza, in molti casi sottovalutata quando si parla d’architettura, dimenticando che il compimento di opere architettoniche di qualità, può avere origine solo dall’esemplare connubio tra chi la promuove e chi la progetta. La giuria ha assegnato i 4 premi di questa edizione, oltre al Premio d’Onore Decennale che festeggia i 10 anni dalla fondazione. La cerimonia di premiazione ufficiale si terrà il 30 maggio nel suggestivo scenario del Teatro Olimpico di Andrea Palladio a Vicenza. La celebrazione sarà preceduta il 29 maggio dalla tavola rotonda “Aspettando il Dedalo Minosse”, sul tema della committenza, moderata da Oliviero Toscani, alla quale parteciperanno come relatori Cesare Maria Casati – direttore de l’Arca – , Franco Mirenzi – direttore di OFArch -, Mario Botta – Architetto -, l’Ing. Antonio Chiarappa di Risanamento Gruppo Zunino e Adolfo Guzzini, Presidente dell’IN/ARCH. Anche per quest’edizione, che segna il decennale dalla fondazione, tra i committenti spiccano nomi prestigiosi, tra i quali l’Arcidiocesi di Torino, il Santuario di Fatima, Emergency, WWF, SMEG, BMW, Citroën, Porsche, Pirelli, Benetton, Ferrero e Nestlè. Anche tra gli architetti, nomi noti del panorama mondiale come Mario Botta, Richard Meier, Zaha Hadid, Manfredi Nicoletti, accanto a progettisti emergenti. Il punto di forza del Premio Dedalo Minosse risiede, infatti, oltre che nel porsi come punto d’incontro tra la cultura architettonica contemporanea e la società, anche nel consacrare accanto ai grandi progetti, nomi ancora poco noti, ponendo in luce il ruolo di arricchimento apportato dal committente nel promuovere l’attività progettuale futuro patrimonio della collettività. L’interessantissimo e complesso panorama di tutte le opere partecipanti tocca ambiti eterogenei, spaziando da edifici per il culto religioso, per l’educazione e per la cultura a quelli che promuovono l’ambiente, i viaggi e la famiglia.

Diversificate anche le scale dei progetti: dalle grandi infrastrutture alle sedi aziendali, sino alle abitazioni private. Unico parametro di giudizio in questo vasto scenario, la qualità dell’esito, osservata e valutata relativamente al progetto complessivo che ha portato alla realizzazione finale. Particolare attenzione nel valutare le opere vincitrici, è stata posta a specifici aspetti del progetto, quali l’uso attento delle risorse energetiche, i valori ambientali, il Design for All, la spinta alla ricerca. Oltre ai 4 premi, sono stati assegnati altri 8 Premi Speciali tra i quali spiccano: il Premio Speciale Nievo, dedicato al celebre scrittore ambientalista che, fino alla sua improvvisa scomparsa nel 2006, fu presidente della giuria dalla prima edizione e i Premi Speciali assegnati dagli Sponsor Caoduro Lucernari, GranitiFiandre, Eurotherm e Trend. Altri due Premi Speciali sono stati assegnati dalla rivista internazionale di architettura comunicazione e design l’Arca e dalla Regione del Veneto, promotori della manifestazione insieme ad Ala Assoarchitetti. “Iniziativa Regionale realizzata in attuazione della L.R.5.9.1984, n. 51 art. 11” La mostra dei progetti premiati, allestita nel palladiano Palazzo Valmarana Braga di Vicenza, sarà inaugurata il 30 maggio e resterà aperta al pubblico fino al 24 agosto 2008.
Premio Speciale Regione del VenetoIl Comune di Arezzo, Committente: Amministrazione Comunale di Arezzo attraverso un accordo di programma stipulato con l’Azienda USL 8 di Arezzo, ha attuato il Recupero dell’ex Ospedale Garbasso destinandolo a nuova sede degli Uffici giudiziari, che necessitavano di nuovi spazi. Il mantenimento della sede vicino a quella attuale e al centro storico della città ha consentito il mantenimento per uso pubblico del patrimonio immobiliare presente nel territorio comunale e da dismettere, senza incrementare l’edificazione del tessuto cittadino. Scelta che si è dimostrata fondamentale per il contenimento del costo dell’intervento e per l’acquisizione di beni di interesse ambientale e artistico.
La progettazione, frutto di una gara europea, ha visto il confronto continuo fra progettista e committenza, instaurando un rapporto tra competenze e enti interessati e particolarmente con la Soprintendenza ai Beni Culturali di Arezzo, che ha permesso la realizzazione di un’opera significativa sotto il profilo della funzionalità, della qualità e dell’assoluta originalità della concezione. Vicino alla Fortezza Medicea entro un parco storico, il Nuovo Palazzo di Giustizia ospita le principali aule d’udienza e gli uffici della presidenza del Tribunale ed è collegato all’edificio neoclassico dell’ex ospedale utilizzato per uffici e archivi. Il progetto della nuova ala è una metafora del suo contesto: le meraviglie vegetali del parco e la struttura medioevale della città, anticamente protetta a nord dal tracciato a conca delle mura e aperta sul lato opposto verso le piazze, i giardini e il territorio. Anche il nuovo edificio è racchiuso sul lato nord da un guscio murario concavo in brillante granito nero, con superficie fiammata per ottenere un’elegante tonalità grigio scuro. Sul lato sud una facciata schermante di acciaio inox si conforma come una superficie svergolata, caratteristica del rivestimento della maggior parte degli esseri viventi, incluse le foglie. Queste forme curvilinee complesse possono essere costruite mediante l’utilizzo di soli elementi rettilinei. In tal modo una foglia d’argento bioclimatica protegge l’ambiente interno tramite un’ombra luminosa e dialoga con il parco senza interferire con gli elementi neoclassici adiacenti. Negli spazi interni il riflesso delle pavimentazioni in granito nero lucidato a specchio contrasta con l’involucro vetrato verdeggiante e i pannelli orizzontali in alluminio microforato intercalati da sottili ricorsi orizzontali di legno naturale di acero. L’ingresso a tutta altezza è illuminato dall’alto e dominato dall’involucro dell’ascensore rivestito in pannelli di granito nero.
Premio Speciale Trend, Committente, World Wide Fund for Nature, Jan Van den Bremer Il WWF, che conta 30 organizzazioni nazionali e una rete capillarmente diffusa in 90 paesi, opera con l’intento di creare un mondo in cui uomo e natura vivano in reciproca armonia. Con la collaborazione di tutte le parti interessate, il WWF agisce in difesa della naturale ricchezza della vita animale e vegetale sul nostro pianeta. Nel 2007 il WWF contava circa cinque milioni di sostenitori, 935.000 dei quali nella sola Olanda (117.000 soci giovani).
Il WWF Olanda partecipa all’attività generale dell’associazione promuovendo campagne a favore della salvaguardia dei principali habitat naturali del mondo: foreste, paludi, mari e oceani. L’obiettivo è formare una coscienza e mettere a punto soluzioni per contrastare le principali minacce che incombono su questi habitat: mutamenti climatici, deforestazione, siccità, sfruttamento eccessivo della pesca e commercio illegale di piante e animali.
Nel 2006, il WWF ha deciso di rinnovare un complesso di laboratori agrari, risalente al 1954, per trasformarlo in un edificio energeticamente efficiente. Nel complesso è autosufficiente e neutrale dal punto di vista delle emissioni di CO2. Si voleva dare una prova tangibile del fatto che è possibile, anche disponendo di semplici mezzi, realizzare un mondo rispettoso della natura e che risparmi energia. La riserva naturale di Schoonoord, confinante con la zona di Driebergseweg (Zeist), ospitava un laboratorio risalente al 1954. Un laboratorio “congelato”: austero, impersonale e cupo. Si è quindi scelto di “rianimarlo”, mantenendo l’ossatura del vecchio edificio, riutilizzandone le macerie e aggiungendogli un cuore caldo e pulsante.
Il tutto, restituendo contemporaneamente i terreni alla natura.
Gli architetti hanno fornito stimoli al WWF nella realizzazione del nuovo quartier generale olandese e nello sviluppo di un habitat naturale in armonia con gli abitanti. Insieme al cliente sono riusciti a creare un edificio esemplare (neutrale dal punto di vista delle emissioni di carbonio e capace di produrre energia), utile a formare le coscienze sugli effetti e sulle possibilità di un ambiente costruito. La rete mondiale dell’organizzazione ha consentito di controllare tutti i materiali utilizzati non solo in riferimento al loro effetto sulla flora e la fauna selvatiche, ma anche sull’uomo (laboratorio bambini). L’edificio è concepito non solo come riparo, più o meno comodo, ma anche come “organismo” nel vero senso della parola È in grado di produrre energia, costituisce un rifugio per la natura (uccelli e pipistrelli hanno i loro nidi nei muri), stimola e incoraggia. Il quartier generale del WWF è diventato un esempio vivente: ogni giorno vi giungono gruppi di visitatori desiderosi di scoprire l’edificio e di trarne ispirazione.

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