Finora, ciascuno di noi ha sempre saputo questo: che si parla di “affido” (parola – peraltro – non registrata dai Vocabolari della nostra lingua) come sinonimo – tecnico, abbreviato – di “affidamento” (dell’istituto, quindi, tramite il quale un ente pubblico assegna, in custodia o in consegna, un minore ad una determinata persona, o a una comunità). Ma da qualche tempo, non è più così. C’è un “affido” tutto speciale, un nuovo “affido”. È l’atto con il quale persone varie (per lo più, per quel che risulta, stranieri) “affidano” ad altri – dietro compenso – un immobile di proprietà pubblica (per ora?), dopo aver con la forza rimosso le opere provvisionali che dovrebberoimpedire l’accesso all’immobile stesso (per evitarne, appunto, l’abusiva occupazione). Ma tant’è: ora, non si parla più di “occupazioni abusive”. C’è l’“affido”, e si usa questa terminologia con chiarezza – e fierezza, magari – anche alla tv. Bell’Italia davvero. Buonismo e tolleranza colpevoli, portano a questo.

A Milano, le case occupate abusivamente sono più di 3mila. E poi, si parla (e si propone, e si progetta) di costruire nuove case popolari (che farebbero immancabilmente la stessa fine). Non c’è da meravigliarsi, anzi. Occupazioni abusive ed “affidi” fanno proprio il gioco di politici vari e sindacalisti (oltre che di costruttori, ma questi fanno solo il loro mestiere…) che vogliono costruire e costruire – alla faccia dei Verdi, che su questo tacciono – per avere poi, nel settore, un loro pascolo – solo elettorale? – privilegiato. Bell’Italia davvero, torniamo a dire. E politici e sindacalisti fanno anche finta di essere convinti che occorra davvero costruire nuove case, anzicchè aiutare i privati a recuperare immobili che versano in stato non idoneo, per poterli poi affittare. No, meglio gridare alla speculazione degli alloggi sfitti (che, invece, sono solo inidonei ad essere locati), aumentare ai proprietari l’Ici (così si intasca di più e – soprattutto – ci si mette ancor più al sicuro: gli interessati avranno meno soldi per recuperare i loro immobili) e naturalmente costruire, e costruire ancora. Una ragione – i sostenitori del costruire ad oltranza – l’avranno di certo…, anche se non sono costruttori di mestiere.

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