Sfratti: bocciata dalla Consulta la graduazione. Il SICET (sindacato inquilini della CISL) chiede al Governo una soluzione d’urgenza

di Redazione 1

La Corte Costituzionale ha bocciato, con la sentenza n. 166 del 23 maggio, la graduazione nell’esecuzione degli sfratti per i soggetti più deboli (anziani, portatori di handicap, famiglie con redditi modesti e figli a carico). Mentre una parte dell’Italia festeggia l’abolizione dell’ICI, la popolazione più povera aggiunge alla pesante instabilità abitativa l’ansia di poter trovare sull’uscio di casa: Polizia o Carabinieri per metterla fuori. I fatti. Nel Febbraio 2007 il Parlamento, con una maggioranza trasversale, aveva approvato una legge: la n. 9 che dava ai comuni ad alta tensione abitativa l’opportunità di costituire delle commissioni per graduare l’utilizzo della forza pubblica nell’esecuzione degli sfratti. Favorendo così il passaggio da casa a casa ed evitando che soggetti deboli rimanessero per strada. Su iniziativa del Governatore Formigoni, la regione Lombardia ha presentato un ricorso alla Corte Costituzionale per l’abrogazione di parti della norma. I motivi: violazione delle competenze esclusive delle regioni in materia di assistenza sociale e di politiche abitative costituzionalmente previste.

La Corte con una decisione ancora una volta controversa e sorprendente ha deciso per l’illegittimità costituzionale di quella parte della norma. Il SICET è oggi fortemente preoccupato per gli inquilini in affitto in quegli enti locali dove Sindaci e Prefetti hanno ottemperato alla norma, costituendo le commissioni e regolamentando le modalità di graduazione degli sfratti sulla base della verifica puntuale dei requisiti delle famiglie interessate. Ma che vedono oggi la loro opera compromessa e la loro sensibilità sociale delusa. Il Segretario Generale del SICET Guido Piran ritiene inaccettabile la situazione derivante da una simile decisione che lascerebbe quella parte di popolazione ( anziani, invalidi e famiglie numerose) priva di ogni tutela in caso di sfratto. Piran chiede una soluzione: proponendo al Governo un provvedimento d’urgenza, attraverso un decreto legge, che assegni alle Regioni i compiti di regolare la materia. Il Segretario Generale del sindacato inquilini aderente alla CISL lancia un appello a tutte le forze sociali e politiche, già impegnate nella legge 9/07, per sostenere questa richiesta in modo tale da risolvere una situazione la cui gravità sociale è davanti agli occhi di tutti.

www.sicet.it

Commenti (1)

  1. SE LA LEGGE E’ UGUALE PER TUTTI,
    ANCHE LO SFRATTO DOVREBBE ESSERLO !!!

    I troppi distinguo finiscono per dare troppo potere ai più deboli e, come nel caso delle locazioni, un danno economico ai proprietari, ai quali le case non le ha regalate lo stato, bensì son frutto di sacrifici!
    Un investimento, è solo un investimento, pertanto se ne faccia carico lo Stato, e di conseguenza la collettività, dei problemi dei più deboli, ma non il singolo cittadino che ha una sola casa in più da locare come extrareddito, quando alcuni, solo di sovvenzioni, al mese si intascano uguali cifre senza alcun tipo di spesa, sempre dallo Stato e sempre a carico della collettività…….
    che indecenza.

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