Ecco le regole per la rinegoziazione dei mutui prima casa

di Redazione Commenta

Le rate variabili dei mutui stipulati entro il 1° gennaio 2007 potranno diventare fisse mantenendo l’importo medio delle rate pagate nel 2006, e i sottoscrittori non dovranno sostenere alcuna spesa di rinegoziazione. Lo rende noto il Ministero dell’economia in accordo con l’ABI, l’Associazione Bancaria Italiana. La Convenzione interesserà le rate in scadenza dopo il 1° gennaio 2009.

La differenza tra l’importo della rata dovuta secondo il piano originario di ammortamento e quello risultante dall’atto di rinegoziazione, è addebitato su un conto di finanziamento accessorio al tasso che si ottiene in base all’Irs a 10 anni, alla data di rinegoziazione, maggiorato di uno spread dello 0,50 per cento.

Nel caso in cui i tassi aumentassero, crescerebbe la differenza tra la rata originaria e quella della rata rinegoziata. La differenza in tal caso verrebbe addebitata sul conto di finanziamento accessorio. Nel caso i tassi invece scendessero, il risparmio sarebbe portato a decremento del conto di finanziamento accessorio che potrebbe di conseguenza azzerarsi. Il conto di finanziamento, che sarà acceso e che si baserà sulla differenza tra vecchia e nuova rata, è senza costi e il cliente lo rimborserà eventualmente dopo aver finito il mutuo originario.

Non sarà necessario, inoltre, l’intervento del notaio trattandosi di una rinegoziazione ed essendo prevista la continuità dell’ipoteca a garanzia del debito. L’ipoteca dipende infatti dalla durata del debito, quindi la garanzia continua ad assistere il rimborso del debito.

Fonte: italia.gov.it

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