Federconsumatori: proposte di intervento di carattere generale per ridurre i costi del petrolio e del carburante

di Redazione Commenta

Sono anni che Adusbef e Federconsumatori intervengono nella denuncia puntuale di ciò che non va nel settore energetico e propongono interventi di miglioramento. Anche alla luce dell’ incontro con il Ministro dello Sviluppo Economico Scajola, ne vogliamo riassumere le questioni principali, che saranno ripresentate e motivate nel tavolo di confronto. Ciò al fine di ottenere importanti risparmi in termini strutturali, in un settore, quello energetico, che ha ricadute economiche notevoli. Vogliamo ricordare che, per il 2008, le previsioni di spesa per una famiglia per costi energetici, diretti ed indiretti, ammontano a 1188 Euro annui. Nel dettaglio, i costi diretti, con il petrolio sopra a 130 $ al barile, comporteranno aumenti per: 205 Euro per luce e gas; 175 Euro per il riscaldamento domestico; 292 Euro per carburanti (media consumi tra benzina e gasolio). Per una spesa totale di 672 euro.

I costi indiretti, invece, raggiungeranno: 108 Euro annui per costi di trasporto; 216 Euro annui per l’aumento del costo della materia prima ricavata dal petrolio, che le industrie utilizzano per la trasformazione chimica e per l’ottenimento di : plastiche-vernici-detersivi ecc.ec; 192 Euro annui per i costi energetici necessari per le trasformazioni industriali (con esclusione di quelle alimentari). Pari a 516 euro totali. Ecco di seguito le nostre proposte. In campo internazionale, per frenare la corsa del prezzo del petrolio, si renderebbero necessari interventi volti a: Eliminare l’ utilizzo di strumenti finanziari speculativi, quali future, per la compravendita di prodotti di base, a partire dal petrolio. C’è un sovraccarico speculativo del 15%.
Concertare con la Comunita’ Europea un serio piano energetico che: consenta di realizzare concreti risparmi; elimini gli sprechi; privilegi l’utilizzo di energie alternative e del gas naturale;
favorisca gli accordi tra stati. Studiare gli andamenti del cambio Euro/Dollaro, che condiziona la variazione del prezzo sul mercato delle commodities, a partire dal petrolio, agendo di conseguenza sul tasso di sconto. Si contratti perchè si realizzi un sistema di pagamento diretto del petrolio in Euro. In campo nazionale è necessario: per quanto riguarda la filiera produttiva:
Operare un’ attenta analisi del sistema di raffinazione e di commercializzazione, per eliminare il divario di prezzo dei carburanti tra il nostro Paese ed il resto d’ Europa, che arriva anche a 5 centesimi al litro a nostro sfavore: Liberalizzare il sistema, aprendo la vendita anche alla grande distribuzione. Trasformare premi e gadget in sconti benzina. Monitorare la velocità della variazione dei prezzi in ascesa ed in discesa ed introdurre sanzioni anti-speculazione.
Rendere la quarta cifra del prezzo dei carburanti, quella relativa ai millesimi, minuscola rispetto alle altre, per meglio apprezzare le differenze di prezzo tra diversi distributori. I millesimi, infatti, il più delle volte confondono gli utenti. Sul versante del carico fiscale: A causa dei continui aumenti del prezzo del petrolio e della tassa che incide percentualmente su di esso, da maggio 2007, il carico fiscale un aumentato di 5 centesimi per la benzina e di oltre 6 centesimi per il gasolio. Ciò comporta, in media, maggiori entrate per l’ Erario di un miliardo e mezzo di Euro. A tal fine, oltre a ridurre l’ accisa sui carburanti di almeno 6 centesimi al litro, occorre realizzare un meccanismo automatico, attraverso la costituzione della 1° accisa mobile, per compensare gli aumenti dovuti all’ incidenza dell’ IVA (20%) sul prezzo della materia prima.

www.federconsumatori.it

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