L’illuminazione gioca un ruolo fondamentale nei giardini. Oltre a rischiare i percorsi, crea effetti scenografici e d’atmosfera. La luce nelle ambientazioni esterne, oltre ad assolvere alle funzioni a cui è destinata, deve armonizzarsi al tipo di arredamento e alla portata dello spazio da illuminare. Un’ illuminazione troppo artificiale o un design eccessivamente sofisticato possono nuocere all’autenticità del giardino, luogo per eccellenza dedicato al rapporto con la natura. Per ottenere effetti estetici gratificanti si deve agire su alcune variabili con l’intensità della luce, la sua qualità, l’ampiezza e la direzione del fascio luminoso, seguendo alcune importanti regole. È meglio non illuminare tutto il giardino, ma piuttosto piante, percorsi, oggetti.

Le fonti luminose da esterni, infatti, sono più efficaci quando sono nascoste e le aree buie permettono al giardino di conservare un po’ di mistero, senza contare che un’illuminazione effetto Las Vegas è quanto di meno naturale si possa immaginare. Considerate il vostro giardino come una stanza in più, valutate bene gli scopi dell’illuminazione, che in alcuni casi servirà a schiarire il percorso per evitare pericolosi “fuoripista”, in altri avrà solo un fine scenografico. La combinazione ideale è rappresentata da un’illuminazione a riflettori per la visibilità e una decorativa per creare atmosfera. Esaminate tutte le possibilità di illuminazione, dalle candele ai lampioni, e programmate l’impianto anche in funzione della complessità di manutenzione: può variare di molto non solo l’impiego di gardening ma anche il conto del tecnico specializzato. In ogni caso è bene ricordare che l’impianto elettrico esterno comporta rischi maggiori rispetto a quello di un’abitazione, bisogna rispettare alcune norme di sicurezza ed è quindi meglio rivolgersi a un impiantista di fiducia. La giusta direzione Un’attenzione particolare va dedicata alla direzione del raggio luminoso. Come in un palcoscenico, la luce focalizza i punti d’interesse definendo prospettive e volumi. Dall’alto: si ottiene posizionando i punti luce più in alto della vegetazione e dirigendoli verso il basso, l’effetto “occhio di bue” è perfetto per trasformare alcune piante in vere protagoniste del giardino. A croce: due luci ad entrambi i lati di una pianta, o più luci nei punti strategici del prato conferiscono tridimensionalità e importanza alle forme. Da dietro: è un’illuminazione piena ma non invasiva, detta anche “silhoetting”. Ideale per amache, tavolini, angoli riservati. Dal basso: ottima soluzione per illuminare piante basse o aree calpestabili irregolari.

Teresa Cirelli – Casa Dove Gold –

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