Milano: sgomberato insediamento abusivo

di Redazione Commenta

L’operazione è stata portata a termine senza problemi di ordine pubblico. L’area era occupata da centinaia di persone, in prevalenza moldavi, ucraini e anche rumeni “Continua l’opera di contrasto alle occupazioni abusive e riconsegna delle aree ai legittimi proprietari. Come per la Bovisasca, l’operazione della Polizia di Stato in via Calchi Taleggi si è svolta senza tensioni grazie alla politica di alleggerimento e moral suasion che continua a dare i suoi frutti. E che sarà fatta valere anche per la cascina di via Parri, che si trova nelle vicinanze dell’area sgomberata questa mattina, dove 50 rom romeni occupano ancora una ventina di baracche”. Lo comunica il vice Sindaco e assessore alla Sicurezza Riccardo De Corato a seguito dello sgombero effettuato questa mattina in via Calchi Taeggi. “La situazione di via Calchi Taeggi – spiega De Corato – era ampiamente conosciuta. Tanto che nel Comitato per l’ordine e la sicurezza dello scorso 15 maggio avevo chiesto un intervento prioritario in quell’area, che costituiva il più grosso insediamento abusivo, essendo occupato da centinaia di persone, prevalentemente ucraini e moldavi, ma anche romeni”.

“Proprio in via Calchi Taeggi – continua De Corato – aveva trovato ospitalità la prostituta rom accusata di vendere bambini che si era allontanata dall’area della Bovisasca dopo l’intervento di aprile. E sempre quell’area abusiva era stata teatro, due mesi fa, di uno stupro commesso da due rom che per una settimana avevano picchiato e violentato una connazionale”.
“Ora si cambia pagina – sottolinea il vice Sindaco. Il piano integrato approvato il 16 luglio 2007 prevede in quell’area un nuovo insediamento residenziale, uffici e negozi, un parco, servizi per anziani e per disabili, questi ultimi gestiti dalla fondazione don Gnocchi. Lo scorso 16 aprile è stata sottoscritta la convenzione attuativa del Piano. Stipula che ha reso necessario l’abbattimento delle 80-100 baracche. Con questo intervento delle forze dell’ordine – conclude De Corato – un’altra fetta della città torna a vivere”.

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