Inflazione: “Male BCE, si lasci da parte il reddito fisso, salari e pensioni”

di Redazione Commenta

(Federconsumatori) Salari e pensioni gia falcidati da politiche disastrose. La Banca Centrale Europea, dopo il disastro combinato con l’aumento del tasso di sconto, che aggraverà le condizioni delle già colpite famiglie che hanno contratto mutui a tasso variabile o che si dovranno indebitare per tirare avanti (questioni che comprimeranno ancor di più i consumi, sia in quantità, ma come diciamo inascoltati da anni, in qualità) si permette di dare, oggi, ulteriori consigli del tutto inaccettabili, in relazione a salari e pensioni. Se c’è qualcosa da bloccare per bilanciare il mercato, costituito soprattutto dalla domanda di vasta scala, quella cioè relativa al largo consumo, sono i prezzi in tutti i settori e le tariffe, non solo quelle dei servizi, ma anche quelle di artigiani e professionisti.

Sono da rimandare al mittente, quindi, le provocazioni contro una fascia sociale che è stata derubata del proprio potere di acquisto, dal 2002 fino ad oggi, con una perdita del 30% della capacità di acquisto delle famiglie, pari a 9700 Euro. Parallelamente, ciò ha prodotto un relativo spostamento di risorse, pari a 137 miliardi di Euro, passati da salari e pensioni ad altri redditi, provocando la bolla speculativa in edilizia e, anche se non è corretto economicamente, una bolla speculativa sui Suv (fuoristrada sportivi).

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