Circa 800 milioni di euro a disposizione per il nuovo Piano casa nazionale per fornire alloggi in proprieta` o in locazione alle fasce sociali piu`deboli, fondi che diventeranno molti di piu` con l`apporto di investimenti privati, grazie ai numerosi strumenti di incentivo urbanistico previsti (diritti edificatori, sconti agli oneri edilizi, project financing). Il tutto da portare al Cipe per l`approvazione, previa intesa con la Conferenza Unificata, entro l`inizio di ottobre.
L`articolo 11 del decreto legge 112/2008 (la manovra estiva), che disciplina appunto il Piano casa, esce sostanzialmente immutato dal maxi-emendamento presentato giovedi` dal Governo. Tra le novita`i tempi: mentre nella versione originaria si parlava di sessanta giorni dal decreto (entro il 24 agosto) per trasmettere la proposta alla Conferenza unificata, ora il termine e` di 60 giorni, dall`entrata in vigore della legge di conversione, per approvare il Piano con Dpcm, previa delibera del Cipe di intesa con la Conferenza Unificata, su proposta del ministero delle Infrastrutture. Piu` o meno si puo` calcolare una scadenza a inizio ottobre.

Scompare nel nuovo testo il riferimento agli alloggi in locazione come mercato di riferimento a cui dare risposta per una serie di categorie svantaggiate, sostituendolo con un riferimento alla «prima casa». Sembra una netta sterzata da un piano di alloggi ad affitto calmierato a uno per la proprieta, ma il testo lascia sufficienti ambiguita`per definire meglio questo punto nel Piano vero e proprio.
L`altra novita` e` che il riutilizzo dei fondi 2007-2008 che serviranno a finanziare il piano trova eccezione nelle risorse «gia` iscritte nei bilanci degli enti e impegnate». Il totale di 800 milioni di euro finora calcolato potrebbe dunque abbassarsi un po`, anche se non oltre una cifra di qualche decina di milioni. Il nodo delle risorse resta comunque il piu` delicato. Il Governo non ha infatti stanziato nuovi fondi, ma riutilizza risorse trovate nel 2007 dal Governo Prodi, tramite revoca di programmi o atti che gia` ne avessero gia` deciso la spesa. Nel pacchetto il piano casa Di Pietro-Ferrero da 550 milioni, il piano perda 60 milioni 2007-2008, i 100 milioni per la Spa mista del Demanio per gli affitti (Finanziaria 2008), i circa 80-90 milioni non utilizzati dei vecchi piani abitativi «articolo 18».
Proprio su questo aspetto la Conferenza delle Regioni aveva gia` bocciato le norme sul piano casa il 3 luglio scorso, contestando con il parere negativo il riutilizzo di somme gia` programmate insieme alle Regioni e «l`impostazione centralistica» del nuovo Piano. Ieri, per gli stessi motivi, e` arrivata la bocciatura dell`Anci (Comuni), in una nota con i sindacati inquilini Sunia, Sicet, Uniat Uil. Il presidente della Consulta Casa dell`Anci, Roberto Tricarico, ha valutato come «estremamente preoccupante» la cancellazione del piano da 550 milioni».
Scade infatti il 14 ottobre prossimo – fa notare l`Anci – la proroga sugli sfratti, a cui il piano da 550 milioni era gia` pronto a dare una riposta con 12 mila nuovi alloggi, gia` individuati dai Comuni. Positiva invece la valutazione dei costruttori. «Dopo trent`anni – notano all`Ance – si decide di lanciare un nuovo Piano casa nazionale, e con istituti innovativi come i programmi integrati per la riqualificazione urbana e la possibilita` di utilizzare strumenti approvativi accelerati come l`articolo 81 Dpr 616/1977 o la legge obiettivo».
A finanziare il piano casa, ma piu` a medio termine, contribuira` anche il piano di dismissione di alloggi pubblici Iacp, previsto dall`articolo 13, che dovra` essere concordato con le Regioni entro sei mesi.

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