Associandosi alla posizione della Federazione Italiana della Proprieta’ Fondiaria,Assoedilizia ritiene che,sulla base della vigente legislazione, sugli immobili rurali non sia dovuta l’ICI, tranne che si tratti di immobili iscritti o da iscriversi al Catasto urbano,in ragione di intervenute trasformazioni funzionali. All’epoca dell’istituzione dell’imposta non esisteva ancora il catasto fabbricati di nuova versione. “Quando lo Stato o i Comuni hanno bisogno di nuove entrate, sanno solo pensare ai fabbricati rurali”. Così il Presidente della Federazione Nazionale della Proprietà Fondiaria Ugo Dozzio Cagnoni ha commentato la posizione dell’ANCI Emilia Romagna che pretenderebbe di assoggettare ad ICI tutti i fabbricati rurali iscritti o non iscritti a catasto fabbricati.

“E’ ben vero che una parte di essi – ha aggiunto Ugo Dozzio Cagnoni – ha subito nel tempo delle trasformazioni d’uso: per questi però è stata prevista già da parecchio tempo l’iscrizione al catasto urbano”. L’organizzazione della Proprietà Fondiaria precisa che per tutti gli altri fabbricati rurali che hanno i requisiti oggettivi di strumentalità e soggettivi per la qualifica del possessore, nulla è dovuto in termini fiscali, anche se la legge 133/1994 ne prevede l’iscrizione a catasto fabbricati in caso di variazione di qualunque tipo (dell’immobile o della ditta intestataria). Nonostante la recente sentenza della Cassazione n° 15321 del 15 maggio 2008 affermi l’assoggettabilità ad ICI dei fabbricati rurali iscritti con rendita, nulla è invece dovuto, perché all’epoca dell’istituzione dell’ICI non esisteva ancora il catasto fabbricati di nuova versione. “Oltretutto questa interpretazione – sostiene il Presidente della Federazione – creerebbe incostituzionale disparità tra i possessori di fabbricati rurali iscritti a catasto terreni senza rendita e i possessori di fabbricati rurali iscritti a catasto fabbricati con rendita per il solo fatto di aver cambiato titolarità”.
Per la Proprietà Fondiaria appare quindi del tutto fuori luogo l’iniziativa di recupero dell’ICI da parte delle Amministrazioni comunali. “In attesa di una doverosa risoluzione ministeriale o di una più attenta sentenza della Cassazione a Sezione Unite – conclude il Presidente Ugo Dozzio Cagnoni – invitiamo i proprietari rurali a non farsi sviare da errate interpretazioni e a percorrere i necessari gradi di giudizio per far valere il buon senso e l’equità nel rapporto fiscale”.

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