La gestione dei comuni per il piano casa sia piu leggere meno tassata

di Redazione 2

L`Anci ha presentato ieri le proposte di modifica: meno fisco, piu` stato (aree demaniali) e risorse certe. Piano casa, governo apre ai comuni. Gestione ai comuni del Piano casa nazionale, fisco piu` leggero e premiante; tassazione delle operazioni immobiliari dei comuni meno onerosa rispetto ai privati; contributo del Demanio al monte aree disponibili per il social housing, con l`ipotesi di conferire, in particolare, le ex caserme dismesse nei centri urbani (ma c`e` da vincere la resistenza della Difesa); assegnare alla conferenza dei servizi valore autorizzativo; compressione dei costi permettendo anche assegnazioni atipiche di alloggi pubblici in cambio di migliorie edilizie a sconto sull`affitto per valorizzare il patrimonio immobiliare pubblico. No alla svendita delle case popolari e si` al riuso delle case vuote. Questi alcuni punti cardine delle proposte che l`Anci (Associazione nazionale comuni italiani) presentera` al governo che dovra` approvare il Piano casa entro il 21 ottobre. Una sorta di Contropiano dell`Anci per l`emergenza abitativa le cui linee guida sono state illustrate ieri a Milano dal relatore Gianni Verga, assessore alla casa della giunta guidata dal sindaco Letizia Moratti, nella due giorni di lavori organizzata dall`Anci nazionale e Anci Lombardia, sul tema «I comuni e l`abitare: le nuove domande sociali, gli attori e gli strumenti operativi». Un lungo elenco di modifiche chieste dall`Anci al governo sul Piano casa, quale condicio indispensabile per votarlo. Il consenso dell`Anci e` fondamentale per il decollo del Piano casa messo a punto dal governo, non foss`altro per il fatto che saranno i sindaci a dover mettere in campo le aree sulle quali dovranno essere costruiti gli alloggi destinati a ridurre il disagio abitativo e a dare una risposta alle fasce sociali piu` deboli ma anche ai lavoratori che si spostano per lavoro, gli studenti fuori sede, giovani coppie, anziani.

Ma il governo dovra` fare i conti anche con le regioni che hanno chiesto che il tavolo tecnico, gia` convocato per il 15 ottobre, si trasformi in tavolo politico. Il governo cerca il dialogo concertativo sul metodo ma il piano ha piu` facce e tra queste la piu` complessa riguarda il tema delle risorse. I comuni, ha sottolineato l`assessore ai lavori pubblici di Venezia, Mara Rumiz, chiedono certezze in materia, e fondi pubblici per le case popolari, per l`attuazione del Piano che prevede la costruzione di 20mila alloggi entro due anni, pochi, rispetto al fabbisogno di case a canone basso. Perche`, in realta`, in questi anni, si e` costruito molto, secondo Giovanni Caudio, docente all`universita` Roma 3, ma non per il disagio sociale cui fa riferimento il Piano casa del governo. Piano che potra` contare, secondo l`architettura del governo, su un maxi-fondo immobiliare da 1 miliardo (150 milioni del governo, 250 milioni delle fondazioni bancarie, Cdp con 600 milioni) e di una sgr alla Cdp che lo gestira`. I costruttori dell`Ance, con Paolo Buzzetti, sono favorevoli e ribadiscono la centralita` dei comuni per l`attuazione del piano. Centralita` dei comuni che non e` cosi` scontata ai piani alti del ministero dell`economia che vuole tenere per se` le chiavi del Piano casa. Posizione che sembra essersi ammorbidita secondo quanto ha fatto capire il sottosegretario del ministero delle infrastrutture con delega alla casa, Mario Mantovani. Se il governo apre ai comuni, a questi non piace, pero`, l`ipotesi del governo che la messa a disposizione delle aree pubbliche si trasformi, dopo un trentennio e piu`, in cessione di quelle stesse aree ai privati che hanno realizzato l`operazione di social housing. Una questione di non poco conto, che Assoimmobiliare, per voce del suo vicepresidente, Carlo Puri Negri, propone di risolvere con la vendita delle aree a basso costo agli operatori in maniera da abbattere i costi di realizzazione dell`operazione e permettere ai comuni di fare cassa. «Questo piano se ha qualche chance ha bisogno della collaborazione totale dei comuni perche` hanno le aree». Al riguardo Puri Negri, che piu` che parlare di social housing vuole che si parli di intenzione di rimettere in moto il mercato dell`affitto, che dovrebbe garantire una rendita del 5% circa, ha annunciato che Assoimmobiliare ha commissionato al Censis una ricerca per sapere quante sono le aree a standard disponibili (possono essere messe a disposizione per l`housing sociale secondo Verga) a Milano, Torino, Roma e Napoli. Disponibili al netto di quelle destinate a verde e parcheggi che non si toccano, ha sostenuto Puri Negri, contrario alla sgr del governo perche`, ha affermato, «bastano quelle sul mercato». Ma il nodo delle risorse resta. Secondo l`Anci, nei fondi immobiliari potrebbe confluire anche il patrimonio pubblico ma «sulla fiscalita` tra stato ed enti locali e` un cane che si morde la coda: meno introiti per gli enti locali, piu` trasferimenti dallo stato, bisogna trovare una giusta redistribuzione in base alle reali esigenze del territorio», ha commentato Renato Borgato, consigliere nazionale Anci e presidente dell`Ater di Rovigo, «e` un problema da risolvere con la fiscalita` complessiva».

www.ance.it

Commenti (2)

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