Il Presidente di Assoedilizia Achille Colombo Clerici commenta la proposta del Sindaco di Padova Zanonato di realizzare il federalismo fiscale attribuendo ai Comuni il 20% dell’IRPEF:
“Era inevitabile che, in un quadro di riforma federalistica del nostro sistema fiscale, di fronte alla esigenza di incrementare la finanza locale – attualmente assai sbilanciata rispetto al gettito erariale che rappresenta il 95% dell’intero prelievo fiscale – trasferendo risorse tributarie dallo Stato ai Comuni, per non aggravare il carico dei contribuenti, i sindaci cominciassero a pensare ad un ampliamento della compartecipazione Irpef. In verità, si tratta di un meccanismo sommario che non comporta neppure una riforma fiscale sostanziale.
Non meraviglia dunque che, nell’ambito dei comuni, si stia formando il cosiddetto fronte del 20 per cento

Ma questa soluzione, che presenta l’indubbio pregio della semplicità, non permette di risolvere il vero nodo sul tavolo della riforma della fiscalità comunale: il coinvolgimento dei city users, o pendolari del lavoro, nel finanziamento del bilancio del Comune nel quale esercitano l’attività lavorativa e del quale utilizzano dunque i servizi cinque o sei giorni su sette (nella città di Milano sono 700.000). Il meccanismo della compartecipazione, infatti, opera a favore del comune di residenza; che è in fondo il comune-dormitorio, volendolo definire in modo più incisivo.
Per queste ragioni la nostra organizzazione, con la collaborazione del professor Gianfranco Gaffuri del Dipartimento di diritto tributario dell’Università degli studi di Milano, nel tentativo di portare ad un passo avanti per la soluzione di quell’esigenza, ha elaborato la proposta di istituire una imposta sul reddito da lavoro delle persone fisiche, di competenza del comune nel quale venga prestata l’attività lavorativa.
L’onere fiscale verrebbe assolto dal contribuente o in modo diretto, attraverso l’autodichiarazione, nel caso di lavoro autonomo, ovvero mediante ritenuta da parte del datore di lavoro (sostituto d’imposta) in caso di lavoro subordinato.
Ovviamente l’equità fiscale impone che tale imposta sia integralmente detraibile dall’Irpef da versare all’erario statale. Riforma quindi a costo zero per il contribuente.
Un equilibrato dosaggio del rapporto tra nuova imposta e compartecipazione permette inoltre di superare in modo equo il sistema dei trasferimenti, realizzando una corretta proporzione tra spese e gettito fiscale locale, e di uscire, nel contempo, dalla logica unilaterale implicata da un sistema di finanza comunale imperniato esclusivamente sull’ICI che è imposta di carattere patrimoniale e settoriale e quindi inidonea a costituirne di per sé l’esclusivo fondamento.
Anche perché, a ben vedere, non sono gli immobili a godere dei servizi comunali, bensì i cittadini; come proprio il caso dei city users sta a dimostrare.”

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