La situazione di stallo che si ravvisa nel segmento dei grandi operatori del real estate non si sta manifestando con la stessa intensità sul mercato al dettaglio, sebbene i segnali riflessivi siano numerosi e univoci. La domanda di abitazioni, ma anche degli immobili per le attività economiche (uffici, negozi, ecc.), è diminuita ulteriormente, manifestando una flessione del clima di fiducia di famiglie ed imprese. A ciò si aggiunga la citata stretta creditizia, applicata anche nei confronti del mercato al dettaglio, seppur con impatti meno devastanti, dato il virtuoso atteggiamento delle famiglie italiane che da sempre si indebitano oculatamente. Ne deriva un rallentamento nel numero di compravendite di abitazioni che a metà 2008 risulta del -14%, il ché significa che nel 2008, se la tendenza della prima parte dell’anno dovesse estendersi alla seconda, si dovrebbero concludere all’incirca 700 mila compravendite, tornando ai livelli del 2000-2001. Tuttavia, molti segnali che ci arrivano dagli intermediari immobiliari fanno ritenere che la frenata nella seconda parte del 2008 sarà molto più forte. Si potrebbe azzardare così un calo sul 2008 del 20% (in gran parte imputabile al peggioramento intervenuto dopo la metà di settembre), il ché significherebbe una diminuzione del numero di abitazioni compravendute pari a circa 160 mila unità (erano state 806 mila nel 2007) e un minor valore del mercato abitativo di oltre 24 miliardi di Euro (a fine 2007 il valore totale del mercato era stato stimato in 123 miliardi di Euro).

La riduzione (consistente) della domanda, oltre che tradursi in un ampliamento dei tempi medi di vendita e degli sconti, si viene a riflettere (debolmente) anche sui prezzi: nel II semestre del 2008; infatti, le abitazioni hanno segnato diminuzioni nominali, mediamente del -1,1% (le flessioni dei valori si manifestano in circa la metà delle 13 grandi aree metropolitane analizzate), ma con punte del -4,5% a Bologna o del -2,5% a Milano. Prezzi di uffici e negozi sono rimasti pressoché invariati in sede nominale, dando comunque luogo a diminuzioni al netto dell’inflazione.

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