L’ andamento attuale del settore immobiliare è strettamente collegato a quello dell’ intera economia, ormai entrata in una fase di recessione tecnica globale. Fino al settembre del 2008, infatti, il mercato immobiliare italiano si poteva dire solo leggermente toccato dalla crisi, ma a partire da ottobre 2008 le operazioni si sono decisamente rarefatte per gli elevati spread richiesti da banche a corto di liquidità e di conseguenza con minore disponibilità a concedere le elevate percentuali di debito del passato e ad effettuare prestiti di importo elevato.
La situazione coinvolge tutto il mercato immobiliare, costringendo chi ha debiti a fare i conti con i ristretti percorsi di rientro e con l’ aumento del loro costo. Invece chi ha liquidità diviene protagonista del mercato. Proprio il fatto che sia venuto a mancare il rapporto di fiducia fra le banche e fra le banche e gli operatori economici ha minato le fondamenta dei mercati. In sintesi, è peggiorato l’ indicatore della fiducia delle famiglie, non solo in Italia, ma in tutta l’ Europa e anche negli Stati Uniti. E per un motivo concreto: la forte preoccupazione per la tenuta dell’ economia e in particolare per le possibili conseguenze sul mercato del lavoro oltre che sull’aumento dell’ inflazione.

MERCATO IMMOBILIARE PIÙ SOLIDO DEL FINANZIARIO
Si evince dal Rapporto Nomisma sul secondo semestre 2008. Infatti, i prezzi medi degli immobili oltre che le quantità scambiate mostrano una buona capacità di tenuta, nonostante le notizie negative sull’ evoluzione dell’ economia. Indubbiamente la volatilità dell’ economia finanziaria alimenta la linea di resistenza dei prezzi, per cui chi investe in mattoni pensa di porsi al riparo dal rischio di impieghi alternativi.
L’ indagine Nomisma, condotta nella seconda metà del 2008, conferma le motivazioni che spingono all’ acquisto della casa: le famiglie italiane continuano a volere la casa di proprietà, che rappresenta soprattutto una risposta efficace al bisogno di sicurezza.
È nota la propensione degli italiani al mattone oltre che al risparmio, peraltro recentemente confermata dai dati presentati il 30 ottobre scorso in occasione della Giornata Mondiale del Risparmio. Risulta infatti che ben l’ 87% degli italiani considera il risparmio un valore, anche se solo il 34% riesce effettivamente a risparmiare. Percentuali in crescita, naturalmente a causa delle accresciute difficoltà dell’ economia.
E tuttavia tocca alle Autorità trasmettere sicurezza, non solo con incentivi alla spesa, ma anche ai nuovi investimenti, per stimolare nel più breve tempo possibile l’ immissione di liquidità e la produzione, allo scopo di evitare che un settore come quello immobiliare, che attiva ben il 10,5% del Valore Aggiunto dell’ intera economia, possa entrare in una crisi difficilmente gestibile.

TREND DEI PREZZI
In calo dell’ 1% quelli delle case. Si ampliano sconti e tempi di vendita per le abitazioni, ma più lunghi i tempi per la vendita di capannoni industriali, uffici e negozi. Per quanto riguarda i tempi di locazione di abitazioni e uffici, si registra una contrazione rispetto alla scorsa primavera, mentre restano stabili per negozi e capannoni industriali. Alla riduzione dei volumi di compravendite fa riscontro un aumento della domanda di immobili in locazione a canoni invariati, e non in aumento, a causa della domanda debole. Infatti, i tassi di redditività degli immobili, misurati dal rapporto fra canone di locazione e valore, non tendono ancora al rialzo, come nel settore dell’investimento immobiliare istituzionale.

(a cura di A.C.)

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