Bioarchitettura. Ristrutturazione sostenibile per la salubrità degli ambienti

di Redazione Commenta

Un momento molto importante nel percorso vita anche di singole unità immobiliari, in quanto opportunità di creare spazi che rispondano ai dogmi dell’ edilizia biocompatibile: il recupero, ovvero la modifica di un’ abitazione in rapporto a nuove esigenze. Opportunità, soprattutto, di salvaguardare la propria salute e rispettare l’ ambiente riducendo sprechi e fonti di inquinamento. Ma per vivere in modo sano non basta modificare la propria abitazione. Occorre anche fare scelte giuste, per gestire quotidianamente la nostra casa in modo da costruire giorno per giorno un rapporto equilibrato tra uomo, natura e tecnologia. Partendo dalla scelta di materiali e finiture il più possibile naturali.

Scegliere i materiali da rivestimento, ad esempio, è molto problematico, in quanto essi si rapportano alle esigenze funzionali degli ambienti. C’ è anzi la tendenza ad investirvi in più per la loro funzione di rappresentanza, di qualità visibile di un ambiente: ogni materiale, infatti, mediante la sua tessitura, il suo colore ed i diversi trattamenti, comunica l’ intenzione di creare un habitat accogliente, confortevole e curato fin nei dettagli.

Ma attenzione! In un’ epoca in cui la sostenibilità è diventato il leit motiv in edilizia come in qualsiasi campo del viver sano, è bene non accontentarsi del termine “ecologico” sulla confezione, ma garantirsi il più possibile sulla loro qualità. Se non si è esperti, è meglio affidarsi ad un bravo consulente.

Le regole per una ristrutturazione ecosostenibile: scegliere materiali e finiture il più possibile naturali, risparmiare energia, proteggersi dal rumore, ridurre i consumi idrici, difendersi dall’ inquinamento elettromagnetico, garantire un corretto e continuo ricambio d’ aria, sfruttare il più possibile la luce naturale e distribuire al meglio quella artificiale, preferire arredi ergonomici e tessuti naturali.

I materiali
Sono in genere composti per almeno l’ 85% da risorse vergini rinnovabili, risultando così igroscopici, traspiranti e permeabili alle radiazioni naturali. Se il loro spessore è significativo, soprattutto nel caso di intonaci in argilla cruda o di rivestimenti in legno massiccio, possono assorbire alcuni microinquinanti presenti negli ambienti interni, depurandoli parzialmente. In tema di intonaci è consigliabile usare prodotti a base di calce naturale sia in esterni che in interni, mentre in ambienti confinati si possono utilizzare anche gli intonaci in terra cruda, in grado di regolare il clima interno, oltre che assorbire e abbattere i rumori. Inoltre, non richiedono tinteggiatura per le loro splendide tonalità naturali e possono essere resi impermeabili grazie a particolari trattamenti a base di cere ed oli naturali. La stessa argilla può essere applicata anche per rivestire il pavimento, che acquisisce un aspetto molto accogliente per i colori e le tonalità molto caldi, è facilmente mantenibile ed è adatto anche a situazioni di intenso calpestio.

Per la pavimentazione viene preferito anche il legno, purché rifinito con prodotti naturali (a base di olio di lino, estratti di erbe, resine naturali) e con posa a secco, che consente di evitare l’ impiego di collanti nocivi. Anche il parquet è uno splendido materiale per pavimentazione: meglio un prodotto di legno massello, molto più durevole, di provenienza italiana o europea certificata per una gestione forestale controllata (marchio FSC), purché per la finitura superficiale vengano impiegati prodotti naturali (olio cere), che ne esaltano le proprietà funzionali ed estetiche.

Rimanendo in tema pavimenti, anche per cotto, maioliche, grès e grès porcellanato, in fase di posa, si dovrebbero usare collanti a ridotta emissione di inquinanti o meglio ancora a base di calce e resine naturali. Bene quelli in gomma naturale ed in linoleum, che pochi conoscono come materiali bioecologici, ricettivi alla posa a secco (evitando collanti nocivi) ed esteticamente di grande resa.

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