Piano Casa, rallentata la vendita delle case popolari dopo lo slittamento del varo DL

di Redazione Commenta

Lo slittamento del Piano Casa investe anche la dismissione degli alloggi popolari Erp e Iacp. Il Governo, attraverso incentivi, mira alla trasformazione dell’ affitto in mutuo agevolato. Un percorso da strutturare necessariamente su un piano di scelte condivise con gli Enti locali, dal momento che gli alloggi popolari sono di proprietà delle Regioni. Secondo le stime del Governo dalla vendita degli alloggi popolari, a un prezzo che abbia il rendimento effettivo come parametro di riferimento, potrebbero essere movimentati 25 miliardi in valori catastali, che nella situazione attuale sono invece considerati capitale morto.

Il rallentamento, dovuto all’ incontro del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi con il Capo dello Stato Giorgio Napolitano, ha fatto emergere la necessità di effettuare altri approfondimenti sul testo del decreto legge predisposto dal Governo. Al centro degli accertamenti proprio il possibile conflitto di competenza con le Regioni e le condizioni di necessità e urgenza in cui versa il settore delle costruzioni, motivo senza il quale non avrebbe senso il varo di un decreto legge.

L’ esame del Presidente della Repubblica ha dato luogo a considerazioni di carattere istituzionale di cui la prossima stesura dovrà tenere conto. C’ è condivisione da parte del Presidente della Repubblica sulle questioni di merito del DL, strutturato in 6 articoli. Gli approfondimenti toccheranno invece gli aspetti dell’ urgenza, delle competenze e del raccordo con il quadro normativo generale.

Il Testo Unico dell’ Edilizia del 2001 non può essere modificato da un decreto legge, i cui effetti sono per natura circoscritti nel tempo. L’ atto non può agire neanche sulle competenze condivise tra Stato e Regioni, la cui attribuzione è garantita dalla Costituzione. Le modifiche all’ ordinamento andranno invece inserite in un disegno di legge separato. Alla luce dei chiarimenti presidenziali, il DL, di immediata applicazione, dovrebbe contenere l’ abolizione del permesso di costruire e l’ incentivo del ricorso alla Dia, Dichiarazione di inizio attività. Nel disegno di legge dovrebbero essere trattati aumento delle cubature, deregulation del settore e revisione dei reati contro la tutela del paesaggio.

Fondamentale la collaborazione con le Regioni. Secondo Napolitano il Presidente Berlusconi deve farsi carico di approfondire tutti gli interessi concorrenti. È infatti preferibile investire del tempo per giungere a un testo coordinato ed evitare lo scontro con le Regioni, che offrono risposte diverse alle proposte del Governo. Dopo il Veneto, che ha già approvato un testo di legge su riqualificazione degli immobili e aumento delle cubature, anche Torino ha suggerito di alzare di un metro i sottotetti a condizione che siano usati materiali ecocompatibili.

Questi gli argomenti al centro delle revisioni:
Aumento cubature: possibilità per i proprietari di ampliare del 20% la cubatura degli immobili a uso abitativo o la superficie di quelli destinati a uso diverso. Aumento del 30% in caso di demolizione e riedificazione per le costruzioni precedenti al 1989 con standard qualitativi inadeguati. Soglia innalzata al 35% se la ricostruzione è effettuata secondo le regole della bioedilizia e del risparmio energetico. Possibile anche rendere inedificabile e destinata a verde pubblico l’ area originaria nel caso in cui si decida di costruire in una zona diversa.

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