Compravendite: forte contrazione nei comuni minori

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Dal rapporto 2009 MonitorImmobiliare realizzato congiuntamente da Censis e Scenari Immobiliari su un panel di operatori del mercato emerge che per metà di questi c’ è una sostanziale tenuta, malgrado la difficile congiuntura che ha investito il mondo dell’ immobiliare italiano, mentre il 36% è pessimista e convinto che la situazione non migliorerà a breve e il restante 14% ritiene che il peggio sia ormai alle spalle.

Per quanto riguarda l’ andamento complessivo del 2009, i settori considerati più in difficoltà sono i capannoni industriali (il 47% degli operatori parla di crollo), i negozi tradizionali (segmento in ridimensionamento per il 41% degli intervistati e con rischi di crollo per un altro 35%) e le strutture alberghiere (mercato in riduzione per il 63% degli esperti e in forte crisi per il 31%). Più solido il settore residenziale, per il quale gli esperti prevedono un ridimensionamento contenuto e prospettive di ripresa soprattutto a partire dal 2010.

Circa i fattori di cui ha bisogno il mercato immobiliare italiano in questo momento per fare un passo in avanti verso un nuovo sviluppo, due sono le questioni che vengono considerate centrali: da un lato, il definitivo affermarsi di una nuova mentalità in cui il mercato immobiliare non è più una variabile indipendente dalla qualità del prodotto, anzi ne rappresenta un collegamento diretto (priorità per quasi i due terzi delle risposte); dall’ altro, la necessità fondamentale di conseguire condizioni di maggiore regolazione e trasparenza del mercato (41%).

Nel Rapporto 2009 sul mercato immobiliare residenziale l’ Agenzia del Territorio sostiene che l’ inversione di tendenza del settore è iniziata a partire dal 2007, con un primo calo di oltre il 4%. La contrazione del mercato residenziale si è poi accentuata nel 2008, quando si sono registrate 686.587 NTN, con una riduzione media del 15% circa rispetto al 2007. Osservando l’ andamento per macro aree geografiche, si nota che è l’ area del Nord – Est quella in cui si registra la diminuzione maggiore, -17,3%, mentre il calo risulta più contenuto nel Sud e Isole (-11,6% circa).

Si conferma, inoltre, che la contrazione del mercato residenziale risulta particolarmente accentuata nei comuni non capoluogo, dopo un lungo periodo in cui si era assistito, invece, ad una crescita rilevante del settore proprio nei comuni minori. Infatti, mentre il mercato delle città capoluogo di provincia diminuisce del 13,8% mediamente (-15,1% per le città del Nord – Est), nei comuni minori la contrazione del mercato sfiora il 15,7%, con punte maggiori nel Centro (-18,3%) e anche nel Nord – Est (-18,1% circa) e punte inferiori alla media per le Isole (-11,3%).

Se si osserva l’ andamento del mercato per classi demografiche di comuni, si nota che è la classe di comuni con numero di abitanti compreso tra 5.000 e 25.000 (comuni medio – piccoli), quella che nel 2008 mostra il calo superiore, -16,5%, mentre tutte le altre classi si attestano su una diminuzione simile, compresa tra -14,2% e -14,5%. In questa classe di comuni si concentra, peraltro, la quota maggiore di compravendite, il 35,3% circa, e tali comuni sono collocati per quasi la metà nelle regioni del Nord.

Da un altro Rapporto dell’ Agenzia del Territorio, realizzato in collaborazione con Assilla, sull’ andamento delle compravendite di immobili a destinazione terziaria, commerciale e produttiva, emerge che nel 2008 sono state scambiate 78.668 unità immobiliari, con un calo del 12,1% rispetto al numero delle compravendite 2007.

Il calo maggiore riguarda gli uffici (-15,1%), soprattutto al Centro Italia e nelle Isole (-20%), mentre le compravendite di capannoni hanno avuto una flessione minore nel corso dell’ anno (-8,7%), soprattutto nel Nord – Est (-4,1%). Per contro, restano ancora stabili le quotazioni medie che variano dai 1.950 euro a mq dei negozi (+2,6% rispetto al 2007), ai 1.580 euro a mq degli uffici (+3,1%), fino ai 540 euro a mq dei capannoni (+2,6%).

È in calo del 33,4% il mercato delle compravendite in Italia che torna ai livelli del 1997 come emerge dal quarto rapporto Ancab Cresme sul mercato della casa in Italia. Secondo i dati, nel 2009 saranno compravendute 695 mila abitazioni, contro un milione e 44 mila del 2006, con prezzi destinati a calare del 9%. Tra le cause della flessione del mercato la ricerca segnala il calo della richiesta da parte delle famiglie e la forte crisi della domanda di sostituzione delle abitazioni per le difficoltà dei proprietari a vendere le case.

Un quadro che stenterà a migliorare, nonostante la manovra di sostegno all’ edilizia che si sta completando. Le stime elaborate prevedono, infatti, che se solo il 12% degli aventi diritto utilizzasse la possibilità di ampliamento dei fabbricati residenziali mono e bifamiliari, sarebbero messi in moto 61 miliardi di euro per 153 milioni di metri cubi. L’ effetto, conclude il rapporto, sarebbe un rilancio eccezionale per il 2010 – 2011 e un’ ulteriore frenata immobiliare nel 2012.

Fonte: Tecnoborsa
www.tecnoborsa.it

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