Risanamento SpA: quale futuro? Nuova udienza a settembre

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Come anticipato una decina di giorni fa, lo scorso 29 luglio si è svolta a Milano l’ udienza davanti al Giudice Civile, che doveva valutare se accogliere o meno le richieste dei pm Pedio e Pellicano per la dichiarazione di fallimento di Risanamento SpA, presieduta fino a pochi giorni fa dall’ immobiliarista Luigi Zunino (nella foto), noto nel mondo del real estate per essere il proprietario dell’ area Santa Giulia alle porte di Milano e dell’ ex area Falck a Sesto San Giovanni. Attualmente la società è capitanata dal professor Mariconda.

L’ udienza si è conclusa con una mezza vittoria del neo presidente e dei suoi legali, i quali sono riusciti a ottenere un rinvio di alcune settimane (nuova udienza fissata per il 22 settembre). Nel frattempo si cercherà di delineare un piano definitivo di salvataggio, da presentare entro il 1° settembre. Poi ci sarà il tempo tecnico per presentare eventuali opposizioni al piano, alla luce di alcuni documenti bancari che accendono una concreta speranza di salvataggio dell’ azienda.

D’ altro canto, gli interessi in gioco sono enormi, per il coinvolgimento diretto e / o indiretto di tutto il mondo del real estate, del mondo bancario in genere e dell’ economia nostrana. Pertanto si capisce il motivo per cui la questione sia stata gestita con un occhio di riguardo dai medesimi pm (in passato, giova ribadirlo, già due piani di ristrutturazione erano rimasti inevasi), i quali sono venuti incontro alle esigenze della controparte, ben consci della complessità di tutta l’ operazione, pur esprimendo una forte criticità per il piano di ristrutturazione del debito prospettato.

I volti di Risanamento sono anche cambiati: fuori Luigi Zunino, dentro il professor Mariconda. Ma i numeri finanziari sono gli stessi. Bisognerà, quindi, trovare nei bilanci una strada credibile per garantire un futuro al gruppo immobiliare. Altrimenti l’ istanza di fallimento rimane sul tavolo.

I dubbi per il possibile piano, tuttavia, permangono, in quanto per salvare l’ azienda occorre necessariamente cedere degli asset in un momento di mercato molto complicato come quello attuale dove gli investitori disponibili ad acquistare i pezzi pregiati del patrimonio Zunino ci potrebbero essere, ma vogliono e pensano di realizzare prezzi di saldo, visto lo stato di necessità e bisogno in cui si trova l’ immobiliarista.

Il mondo del real estate, pur comprendendo i diritti e interessi legittimi dei creditori, si trova a fare il tifo per il piano di salvataggio, ben consapevole che una dichiarazione di default comporterebbe un danno, una perdita di immagine e di credibilità di tutto il comparto. Il che inciderebbe, in negativo, anche sui valori immobiliari di compravendita dell’ intero mercato, situazione da scongiurare in un quadro economico e congiunturale come quello attuale, dove le compravendite sono in netto calo e i prezzi in diminuzione in tutte le città italiane.

La gente comune, invece, è sconcertata nel venire a conoscenza che le banche coinvolte nell’ operazione di salvataggio (Unicredit e Intesa San Paolo i due istituti di credito maggiormente coinvolti) sono disponibili ad aiutare chi ha un debito a sette o più zeri, mentre sono molto meno sensibili quando si tratta di venire incontro alle esigenze della micro e piccola impresa nostrana che, in questi mesi, quando entra in banca per un fido o un prestito di poche migliaia di euro trova sbarrate molte porte, se non tutte.

Kevin John Carones

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