Il mercato immobiliare bolognese nel secondo trimestre 2010

di Redazione Commenta

Il mercato immobiliare bolognese nel secondo trimestre 2010

In maniera tendenziale, ma diffusa, nel secondo semestre dell’anno, il mercato immobiliare bolognese ha evidenziato timide indicazioni di assestamento in tutti i comparti considerati

La domanda è sempre debole, ma il numero di compravendite ha smesso di diminuire, così l’offerta, comunque abbondante sia in locazione che in compravendita, si sta progressivamente stabilizzando.

La performance dei prezzi e dei canoni di locazione è migliorata rispetto alla prima parte dell’anno portando verso una tendenziale stabilizzazione. Anche se su base annua i valori sono ancora negativi, la flessione è assai meno profonda di quella avutasi nel corso del 2009.

Se si guarda poi agli ultimi 3 anni, il mercato bolognese ha perso molto terreno, soprattutto se messo a confronto con quanto accaduto nella media italiana, con prezzi che sono diminuiti del 12% per il segmento abitativo (mentre in media in Italia la riduzione si è limitata alla metà) e del 7% per uffici e negozi (ma erano aumentati meno nella fase positiva), mostrando come la performance locale sia stata ben più deludente rispetto alla media osservata in sede nazionale.

Le tempistiche di vendita e locazione sono tuttora molto elevate, ma non segnalano ulteriori incrementi. Si superano, infatti, i sei mesi per le abitazioni (nuove o usate, indifferentemente), i circa nove per capannoni ed uffici ed i 7 mesi e mezzo per i negozi.

Gli sconti praticati all’atto della compravendita sono sempre assai ampi, nell’ordine del 13-14%, segnando ancora nuovi livelli record.

Le previsioni formulate dagli operatori a proposito della prima parte del 2011 sono all’insegna della stabilità in termini di contratti e quotazioni, con qualche spiraglio più positivo in merito ai contratti di locazione che, almeno per quanto attiene al comparto residenziale, potrebbe essere indotto dalle aspettative sulla prossima introduzione della tanto attesa ”cedolare secca” oltre alla perdurante stretta creditizia che non permette, in molti casi, l’accesso alla proprietà.

Fonte: Nomisma

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