Il Gruppo Imprese Fotovoltaiche Italiane di Confindustria ANIE esprime apprezzamento per il nuovo obiettivo di 23 GW al 2016 ma richiede alle istituzioni di risolvere urgentemente alcuni punti per garantire la piena competitività del sistemo economico-produttivo nazionale.

La proposta del IV Conto Energia esaminata alla Conferenza Stato- Regioni di mercoledì 20, stabilisce le regole per lo sviluppo del mercato fotovoltaico italiano fino al 2016. L’innalzamento della potenza incentivabile da 8.000 MW a 23.000 MW è sicuramente uno degli elementi più positivi della bozza di decreto, che però risulta essere contornato da alcune criticità che rischiano di inficiare gli sforzi finora fatti da tutte le parti coinvolte.

”È importante fare presto – interviene Valerio Natalizia Presidente di ANIE/GIFI. Ogni giorno che passa le aziende del settore sono sempre più in difficoltà. Il possibile slittamento del decreto al mese di maggio danneggerebbe ulteriormente un’industria già in difficoltà”.

”L’intervento del GIFI deve essere inteso come un contributo costruttivo nei confronti del Ministero delloSviluppo Economico con il quale abbiamo sempre dialogato, per migliorare ulteriormente un testo che presenta ancora alcuni aspetti controversi e non facilmente gestibili dagli operatori del settore – continua Valerio Natalizia. È importante trovare in tempi rapidi una soluzione ed è per questo che continueremo a collaborare fattivamente con le istituzioni italiane fiduciosi di poter giungere ad una soluzione che soddisfi le giuste aspettative dell’industria nazionale. La collaborazione mostrata fino ad oggi dal MSE e dal Ministro Romani in persona ci fa ben sperare”.

”Il fotovoltaico ha evidenti e ben documentati vantaggi per tutto il sistema economico-produttivo nazionale, per i consumatori di energia e per le finanze dello Stato – dichiara Valerio Natalizia. È importante che si sottolinei questo aspetto anche all’interno di Confindustria mettendo in risalto i notevoli benefici che questo settore ha portato e porterà a livello di sistema paese. L’Italia ha deciso di puntare su questa fonte energetica per il prossimo futuro ed è bene che tutti, anche chi in Confindustria dice che il IV Conto Energia sarebbe troppo generoso, convergano in maniera costruttiva verso questa direzione.

L’impatto positivo del settore fotovoltaico non riguarda solo lo sviluppo dell’industria italiana, che ad oggi tra lavoratori diretti ed indiretti supera le 120.000 unità, ma anche le entrate fiscali per lo stato, l’impatto positivo sul prezzo dell’energia sul mercato elettrico e non per ultimo il raggiungimento degli obiettivi del protocollo di Kyoto”.

”È un peccato – conclude Natalizia – che in un momento delicato come questo ci siano associazioni che lavorino per dividere e non per unire. L’apprezzamento sul nostro lavoro ci viene confermato non solo da tanti dei nostri associati ma anche dalle 20 aziende che si sono iscritte nelle ultime settimane. L’approccio serio e costruttivo verrà sempre portato avanti dal GIFI e siamo certi che se le nostre indicazioni dovessero essere recepite, daranno un futuro migliore al settore, e finalmente all’Italia, una propria fonte di energia sicura, pulita e rinnovabile”.

Per informazioni: Federico Brucciani
[email protected]
345 74 33 568

GIFI (Gruppo Imprese Fotovoltaiche Italiane)
Fondato nel 1999, GIFI (Gruppo Imprese Fotovoltaiche Italiane) aderente a Confindustria ANIE rappresenta le imprese attive in Italia nel settore del fotovoltaico, come fornitori di tecnologia e di impianti completi. GIFI associa 150 aziende per un fatturato aggregato settoriale superiore a 3 miliardi di euro.

Confindustria ANIE, con oltre 1.100 aziende associate e circa 170.000 occupati, rappresenta il settore più strategico e avanzato tra i comparti industriali italiani, con un fatturato aggregato di 56 miliardi di euro (di cui 23 miliardi di esportazioni). Il saldo della bilancia commerciale è attivo per circa 800 milioni di euro. Le aziende aderenti a Confindustria ANIE investono in Ricerca e Sviluppo il 4% del fatturato, rappresentando più del 30% dell’intero investimento in R&S effettuato dal settore privato in Italia.

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