Il 12 e 13 giugno a Milano non solo referendum nazionali. I cittadini del capoluogo lombardo dovranno esprimere il loro giudizio su altri cinque temi proposti dal comitato ”Milanosimuove”.
L’iniziativa propone di introdurre a livello comunale norme mirate ad una trasformazione urbana complessiva che interessa i sistemi della mobilità, dell’energia, del verde, delle acque e dell’uso dello spazio urbano. Le proposte dei cinque referendum: potenziare i mezzi pubblici, estendere l’ecopass e pedonalizzare il centro; raddoppiare il verde pubblico e ridurre il consumo di suolo; conservare il futuro parco dell’area EXPO; aumentare l’efficienza energetica degli edifici; riaprire il sistema dei Navigli.

Il quarto quesito propone un Piano per l’energia sostenibile ed il clima che impegni il Comune a ridurre le emissioni di gas serra connesse al riscaldamento degli edifici.
Le previsioni del Piano
1. la conversione entro il 2012 di tutti gli impianti di riscaldamento alimentati a gasolio degli edifici comunali;
2. la conversione degli impianti di riscaldamento domestico alimentati a gasolio fino alla loro completa eliminazione entro il 2015;
3. la previsione della classe energetica di massima efficienza come standard per tutti i nuovi edifici e l’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili;
4. la promozione e la diffusione del teleriscaldamento, utilizzando fonti rinnovabili e tecnologie ad alta efficienza, al fine di raggiungere almeno 750.000 abitanti equivalenti entro il 2015;
5. la concessione di incentivi per la demolizione e ricostruzione (”rottamazione”) degli edifici più degradati e privi di valore storico e architettonico attraverso premi volumetrici.
Gli interventi costerebbero di 10 milioni di euro all’anno per 3 anni e sarebbero finanziati con la parziale dismissione del patrimonio immobiliare comunale tramite lo strumento dei fondi immobiliari già avviato, escludendo gli immobili di pregio storico-monumentale, o mediante il coinvolgimento di società che realizzano interventi di efficienza energetica (Esco) e l’attivazione di strumenti di finanziamento in conto terzi.
Tuttavia per il referendum ”Milano Sì Muove” è necessario raggiungere il 30% degli aventi diritto e avere una maggioranza di sì perché le proposte referendarie costituiscano un indirizzo vincolante per l’amministrazione comunale.

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