Il Fondo di solidarietà è stato istituito a beneficio di quegli acquirenti che, a seguito dell’insolvenza del costruttore, hanno subìto la perdita delle somme versate e il mancato conseguimento della proprietà o assegnazione del bene, nell’arco di tempo compreso fra il 1993 e il 2005.
L’intendimento iniziale, in fase preparatoria della legge delega, era quello di limitare l’accesso al Fondo a coloro che avevano subìto il danno nell’acquisto della prima casa. Ha prevalso poi un orientamento più ampio, che estende l’indennizzo al mancato acquisto di immobili in costruzione di qualsiasi tipologia (resoconto della seduta del Senato 26 maggio 2004, n. 613 – stralcio). Il Fondo di solidarietà, istituito presso il Ministero dell’economia e delle finanze, è gestito dalla Consap (Concessionaria servizi assicurativi pubblici) secondo quanto stabilito dal decreto legislativo n.122 del 20 giugno 2005.

I contributi sono stati stabiliti nell’ordine del cinque per mille della cifra posta sotto garanzia fideiussoria, ad eccezione del primo anno, nel quale erano stati fissati al quattro per mille. È stabilito che il Fondo sia alimentato dai versamenti dei costruttori per la durata di quindici anni ma, essendo i contributi minori del previsto, è ormai certo che questo arco temporale non sarà sufficiente a coprire l’ammontare degli indennizzi. Allo scadere si potrà quindi ripartire quello che c’è in cassa, o prolungarne la durata.
Il termine per la presentazione delle richieste di indennizzo è scaduto il 30 giugno 2008 e, a tre anni di distanza, non sono ancora state definite le sezioni di competenza del Fondo. Tali sezioni, che saranno istituite tramite decreto del Ministero della giustizia di concerto col Ministero dell’economia e delle finanze con l’obiettivo di garantire un’equa ripartizione delle risorse, dovrebbero essere organizzate in aree territoriali interregionali, non necessariamente costituite da regioni limitrofe.
La definizione delle aree interregionali sembra tuttora rappresentare un problema di difficile soluzione, data la scarsità delle risorse e l’incongruità, in alcune zone del Paese, tra richieste di rimborso e versamenti al fondo. Mentre la distribuzione delle richieste di risarcimento è abbastanza omogenea tra nord, centro e sud, i contributi versati al Fondo tra il 2005 e il 2010 provengono per l’80,7 per cento dalle regioni del nord.
Il trend si non si è modificato negli ultimi tre anni. La definizione delle sezioni permetterebbe di erogare gli indennizzi almeno nelle regioni dove la contribuzione al Fondo c’è stata. La distribuzione del Fondo non può avvenire in maniera indifferenziata, con quote uniformi per ogni regione, poiché ciò penalizzerebbe le regioni del nord, decisamente più virtuose nell’applicazione della norma. D’altra parte, al sud, le vittime dei fallimenti avrebbero al momento molto poco da ripartirsi.
Le richieste di indennizzo recepite dalla Consap sono state, in totale, 12.067, per un importo complessivo di quasi 778 milioni di euro. Il dato è aggiornato al 30 aprile 2011. Le istruttorie che valutano la validità e la completezza della documentazione fornita dai richiedenti sono ancora in corso. Pertanto questi numeri non sono definitivi.
Richieste di indennizzo al Fondo di solidarietà al 30 aprile 2011
Il criterio prescelto per l’erogazione dell’indennizzo era quello del rimborso progressivo attraverso quote annuali, determinate in misura percentuale di volta in volta in base alle disponibilità e alle rimanenze. Nel 2008 la percentuale di rimborso era così esigua da far decidere di rinviare la prima erogazione di qualche anno. A distanza di tre anni il Fondo ha raggiunto una dimensione più consistente, ma pari soltanto al 6 per cento delle richieste di indennizzo.
Dal settembre 2005 a marzo 2011 il Fondo ha raccolto 46,65 milioni di euro. Nei mesi immediatamente successivi all’entrata in vigore della legge i versamenti sono stati piuttosto esigui. È seguita poi una crescita consistente fra il 2006 e il 2007, dopo di che la curva ha iniziato a stabilizzarsi. Negli anni 2007-2010, a partire cioè da quando la curva è entrata a regime, la media dei contributi versati ha confermato le preoccupazioni dei gestori: circa dieci milioni di euro l’anno, contro i trenta milioni attesi.
Fonte: Scenari Immobiliari Filca Cooperative

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