In calo l’interesse delle famiglie italiane per l’acquisto della casa – Indagine Nomisma 2011

di Redazione Commenta

Considerando le forme di impiego del risparmio, le perduranti difficoltà congiunturali del settore immobiliare, associate all’incertezza del quadro economico generale, sembrano aver raffreddato l’interesse delle famiglie italiane per l’acquisto di abitazioni (dal 13,9% del 2010 all’8,7% del 2011).

A rafforzare il distacco, è in particolar modo il dato schiacciante dei nuclei che dichiarano di non avere intenzione di acquistare un’abitazione nel corso del prossimo anno, salito di oltre 7 punti percentuali rispetto al 2010.
Si tratta di un fenomeno dettato da fattori contingenti e, con ogni probabilità, transitorio, essendo notoria la straordinaria propensione all’impiego del risparmio nel comparto, come risulta evidente dall’eccezionale quota di famiglie proprietarie dell’abitazione in cui vivono (77,3%), nonché dalla quota di ricchezza immobiliare sul totale (secondo le ultime stime di Banca d’Italia la quota di patrimonio abitativo risulta pari al 50,8% della ricchezza, reale e finanziaria, detenuta complessivamente dalle famiglie).
Il minore interesse all’investimento nel settore, seppure destinato a rientrare, rappresenta senza dubbio un elemento eclatante, riconducibile da una parte alla precarietà delle prospettive economiche di molti nuclei familiari e dall’altra all’immagine di minore sicurezza e stabilità che emerge dall’odierna analisi del mercato immobiliare.
È comunque utile segnalare alcune accentuazioni del profilo di chi oggi dichiara di voler acquistare un’abitazione – destinata a risultare nel 70% dei casi la prima casa – nel corso del prossimo anno (ovvero l’8,7% delle famiglie italiane). Si tratta soprattutto di giovani (con un picco del 19,6% nella fascia compresa tra i 18 e 34 anni e del 12% nella fascia tra i 35 e 44 anni), residenti soprattutto nei centri abitati di grande dimensione (14,6%) e che, al momento, dichiara di risiedere in affitto (19,5%) o in comodato d’uso gratuito (15,2%).
Se il raffreddamento dell’interesse per l’investimento immobiliare diretto ha connotati prettamente contingenti, il distacco delle famiglie italiane da forme di allocazione indiretta nel settore risulta, ormai, strutturale. Tra le famiglie che hanno dichiarato di possedere titoli azionari e fondi comuni d’investimento (20,2%), il 13,2% dichiara di detenere prodotti di risparmio associati alla finanza immobiliare.
Un dato comunque esiguo, se paragonato alla quota di famiglie (68,5%) che per molteplici ragioni (mancata conoscenza, poca trasparenza, inadeguatezza rispetto all’orizzonte temporale o al profilo di rischio) non si sono mai rivolte a prodotti finanziari con sottostante immobiliare. Rispetto allo scorso anno, l’appeal degli strumenti di investimento immobiliare indiretto (prevalentemente società immobiliari quotate e fondi immobiliari), da sempre esiguo a livello italiano, si è ulteriormente ridotto, passando dal 4,1% al 2,9% (fig. 8), non certo per ragioni unicamente congiunturali.

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