Manovra: il taglio agevolazioni minaccia il decollo della cedolare secca
Il Presidente della Confedilizia, Corrado Sforza Fogliani, ha dichiarato: ”Le ricorrenti considerazioni sulla riduzione di agevolazioni fiscali (riduzione prevista dalla clausola di salvaguardia contenuta nella manovra economica) investono anche la cedolare secca sugli affitti, impropriamente compresa fra i 483 regimi agevolativi.

Ma sono considerazioni che tagliano le gambe al decollo della cedolare secca e costituiscono un ulteriore tassello che, insieme agli altri già introdotti, fa ulteriormente perdere alla misura la sua caratteristica di tassa piatta ad aliquota fissa e cioè l’aspetto primo cui si legava la fortuna dell’istituto.
Ad attenuare l’impatto negativo di queste considerazioni sulla scelta che i proprietari di immobili debbono fare relativamente all’applicazione o meno della cedolare, non giova il fatto che i tagli ai benefici fiscali previsti dalla clausola di salvaguardia della manovra non scatteranno comunque automaticamente ma solo tra più di un anno e solo se in precedenza il Governo non avrà adottato i provvedimenti previsti nella stessa clausola.
Ma per un istituto, almeno, come quello della cedolare occorrerebbe un chiarimento immediato che, anticipando i previsti provvedimenti, escluda la nuova forma impositiva dalle ipotizzate riduzioni della agevolazioni fiscali”.
Province: ”Bene progetto autoriforma”
”La proposta di legge dell’Unione province italiane merita attenzione: non a caso prevede espressamente l’abolizione dei Consorzi di bonifica, ai quali la proprietà immobiliare urbana corrisponde da sola 188 milioni di euro all’anno (dato 2009), ufficialmente per essere difesa dalle calamità naturali e cioè allo stesso fine per il quale paga alle amministrazioni provinciali un totale annuo di 126 milioni di euro (dato 2008), a titolo di tributo ambientale, per essere difesa dalle stesse calamità.
Consorzi di bonifica e Province è certo che non possono essere entrambi mantenuti in vita, come finora è avvenuto solo perché i Consorzi di bonifica sono diventati, in gran parte, carrozzoni dove allocare pensionati della politica. Ed è indegno di un Paese civile che i contribuenti debbano pagare (in modo crescente, soprattutto per i contributi di bonifica) due diversi enti, allo stesso scopo”.

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