Confedilizia, rendite catastali e la patrimoniale

di Redazione Commenta

Le rendite catastali non possono continuare a rappresentare i valori e non i redditi.
Il Presidente della Confedilizia, Corrado Sforza Fogliani, ha dichiarato: “Si legge qua e là l’ipotesi di una rivalutazione delle rendite catastali perché esse siano – si scrive – ”più veritiere”. Ma questa proposta ignora che, con l’attuale Catasto, siamo in presenza di un vero e proprio ossimoro: le rendite, infatti, non sono rapportate ai redditi delle case, ma (in spregio al loro stesso nome) al valore delle stesse. Aggiornare le rendite significherebbe dunque aumentare l’ingiustizia di una tassazione non reddituale

Non a caso la Corte costituzionale lasciò a suo tempo sopravvivere le attuali rendite solo in via provvisoria, anche se il provvisorio (ed è un problema che si riproporrebbe) dura ormai da più di quindici anni. Anche le aliquote Ici, del resto, furono dalla legge fissate ai livelli previsti proprio in funzione di queste rendite provvisorie.
Un aggiornamento delle rendite in vigore in base ai valori attuali, riproporrebbe moltiplicati il problema della loro giustizia e, in special modo, il problema della loro costituzionalità. La verità è che si deve tornare al più presto al Catasto reddituale di sempre e non aggravare i difetti dell’attuale Catasto di valori”.
Confindustria chieda all’Europa e alla Bce perché non hanno mai chiesto la patrimoniale, dice Confedilizia.
Confindustria chiede, dunque, una patrimoniale ordinaria, precisando che su un immobile di un milione si pagherebbero – par di capire – solo millecinquecento euro all’anno. La somma è certo contenuta per un industriale, ma altrettanto certamente non la è per un risparmiatore. Comunque, se così è, perché mai Confindustria la vorrebbe solo per le persone fisiche, escludendo quindi di fatto dalla stessa tutti gli industriali o quasi?
”Perché mai i risparmiatori dell’edilizia dovrebbero pagare più tasse per permettere agli industriali di arricchirsi di più? La risposta è semplice: perché è tipico della Confindustria volere le tasse, come le liberalizzazioni, ma solo per gli altri. Per il resto, e cioè sull’imposta in sé, Confindustria chieda all’Europa e alla Bce perché non hanno mai chiesto che l’Italia istituisse la patrimoniale. Una ragione ci sarà, ed è ben conosciuta: perché si tratta di una misura depressiva, dagli effetti – cioè – esattamente opposti a quelli che oggi si richiedono”.

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