Il risparmio ed il costo del debito: dal III Rapporto Nomisma sul mercato immobiliare

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Il risparmio ed il costo del debito: dal III Rapporto Nomisma sul mercato immobiliare

Sulla capacità delle famiglie ad indebitarsi e, quindi, a far fronte al costo del debito, influisce il loro comportamento di risparmio

A questo proposito rimane alta la propensione al risparmio e immutata la quota di famiglie che sono riuscite a risparmiare nel corso del 2010. Questo il dato emerso dalla consueta indagine annuale realizzata dall’ACRI in collaborazione con Ipsos, sul comportamento di risparmio degli italiani.

In sintesi, l’andamento del risparmio nel 2010 è stato il seguente:

– il 36% delle famiglie sono effettivamente riuscite a risparmiare e rappresentano poco più di un terzo degli Italiani (erano il 37% nel 2009 e il 34% nel 2008);
– il 37% sono in una situazione di equilibrio, ossia non riescono ad accumulare risparmio, ma nemmeno devono decumulare o ricorrere a prestiti (erano il 38% nel 2009);
– il 26% si trova in ”saldo negativo” di risparmio (percentuale analoga a quella del 2009, 25%), ossia si tratta di famiglie che hanno dovuto ricorrere a prestiti, bancari e non (7%) e famiglie che hanno dovuto decumulare risparmi passati (19%).

Le informazioni sull’onere del debito contratto dalle famiglie per acquistare la casa derivano dall’Indagine 2010 di Tecnoborsa: il 60% delle famiglie che hanno acceso un mutuo negli ultimi due anni impegna mediamente fino al 30% del proprio budget per il pagamento delle rate, il che denota una certa prudenza; il 20,8% utilizza dal 30% al 40% del proprio reddito; il 13,2% dal 40% al 50% e solo il 5,7% impiega oltre il 50%. Dati che confermano un fattore strutturale del nostro mercato che è la scarsa propensione all’indebitamento degli italiani.

Misure attivate per far fronte
alle difficoltà di pagamento
delle rate del mutuo

L’Accordo sulla sospensione delle rate di rimborso dei mutui siglato lo scorso dicembre tra ABI e Associazioni dei consumatori, è diretto ad offrire uno strumento immediato di aiuto alle famiglie. L’Accordo è operativo dal 1° febbraio e i clienti possono presentare richiesta per attivare la sospensione fino al 31 gennaio 2011, con riferimento ad eventi accaduti dal gennaio 2009 al 31 dicembre 2010.

Tra febbraio e settembre 2010 gli istituti hanno sospeso prestiti immobiliari per un valore pari a 4 miliardi di euro. I mutui sospesi sono stati oltre 30 mila e nell’88% dei casi la sospensione riguarda l’intera rata di rimborso del mutuo.

La causa più frequente che ha determinato la necessità di ricorrere a questa opportunità nelle posizioni ”senza ritardi nei pagamenti” è stata la cessazione del rapporto di lavoro subordinato. Stessa causa anche per le posizioni ”con ritardo nei pagamenti”.

Dal punto di vista territoriale, il maggior numero di domande ammesse è al Nord con il 53,1%, segue il Centro (25,7%), infine Sud e Isole (21,2%).

Altro strumento è il fondo di solidarietà per i mutui prima casa, attivo dal 15 novembre scorso. Il fondo del Ministero del Tesoro permetterà di interrompere il pagamento della rata del mutuo alle famiglie in difficoltà, per non più di due volte e per un periodo massimo di 18 mesi. Il fondo dispone di 20 milioni di euro che si stima possano soddisfare le richieste di 4.000/5.000 richiedenti.

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