Bioarchitettura. Un “cappotto” per la casa: coibentazione termica per muri esterni

di Redazione 1

Il cappotto per l’ isolamento termico e per un abitare che garantisce un basso consumo energetico pur mantenendo tutto il comfort abitativo. Isolamento termico significa innanzitutto tutela ambientale. Isolare la vostra casa rispettando le più severe norme costruttive, significa ottenere un perfetto consumo energetico, beneficiare degli incentivi fiscali sul rispetto ambientale, assicurare un’ atmosfera di vero benessere e, allo stesso tempo, dimostrare sensibilità verso l’ ambiente, poiché un minor dispendio energetico comporta automaticamente meno emissioni di sostanze nocive (es. produzione di CO2 nell’ aria) e un minor sfruttamento delle risorse naturali sempre più rare e preziose.

L’ isolamento termico delle pareti esterne
Le tecniche sono diverse, in rapporto alla diversa successione degli strati e al conseguente differente comportamento della struttura sulla quale sono posizionati. Tuttavia è da tener presente che la scelta del tipo di coibentazione dipende da particolari vincoli (statici, estetici, di ingombro), che non consentono un’ effettiva ottimizzazione tecnico – economica. L’ isolamento termico può essere realizzato dall’ esterno, dall’ interno o nell’ intercapedine.

Isolamento dall’esterno
È indubbiamente la soluzione più efficace per isolare bene un edificio: in particolare è molto conveniente quando è comunque previsto un rifacimento della facciata. Le soluzioni adottabili sono essenzialmente due: Isolamento “a cappotto” e Isolamento a parete ventilata.

Isolamento a cappotto
Consiste nell’ applicare sulla faccia esterna della parete un pannello di materiale isolante ricoperto da un intonaco, rinforzato da un’ armatura e completato da uno strato di finitura. Questo tipo di coibentazione consente di eliminare i ponti termici e i fenomeni di condensazione del vapore acqueo, migliora l’ inerzia termica dell’ edificio ed aumenta la temperatura superficiale degli strati costituenti la struttura edilizia. I materiali più usati sono il polistirene espanso e la lana minerale; sono da evitare feltri in fibre minerali per le loro scarse caratteristiche meccaniche. Solitamente la posa del cappotto è effettuata a circa 2 m sopra il piano di calpestio per evitare danni da urti. Naturalmente i materiali isolanti devono avere ottime caratteristiche meccaniche e tecniche per resistere agli agenti atmosferici e consentire una posa adeguata, affinché i dati prestazionali dei cappotti esterni garantiscano idonea permeabilità al vapore e capacità di assorbimento dell’ acqua meteorica quasi nulla.

Il cappotto in sintesi
Consiste nell’ installazione di un particolare materiale isolante sui muri esterni dell’ abitazione, per ridurre in modo significativo le dispersioni termiche ed eliminare così tutti i problemi connessi. Una casa isolata male normalmente disperde molta energia all’ esterno e quindi necessità di una spesa maggiore per il riscaldamento invernale e il condizionamento estivo. Nelle abitazioni il flusso termico attraverso le pareti fluisce verso l’esterno nei periodi freddi e verso l’ interno nei periodi estivi; i criteri essenziali per ridurre questo naturale fenomeno sono:
* impedire che il calore attraversi le pareti per conduzione,
* impedire che la parete perda calore per irraggiamento.

Il ‘cappotto‘ permette anche l’ eliminazione dei ponti termici rappresentati dalle zone nella struttura dell’ abitazione realizzate con materiali che conducono agevolmente l’ energia termica (per esempio il calcestruzzo usato nelle parti portanti) e che possono causare la formazione di muffe e umidità localizzate, oltre che una perdita di calore. Il risultato finale si presenta esteticamente come una normale parete intonacata, dura e consistente al tatto; solo tambureggiando con le nocche delle dita si può udire un rimbombo molto attenuato che evince la presenza, nel substrato, di un materiale leggero ed isolante.

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