A rischio posti di lavoro, fuggono gli investitori
Fiato sospeso per gli incentivi alle imprese dell’energia rinnovabile. Nelle bozze della manovra economica del Governo circolate in questi giorni si prevedeva il taglio del 30% degli incentivi al settore delle rinnovabili a partire dal 1 gennaio 2012.

Nonostante che la versione sottoposta all’attenzione del Capo dello Stato
sia stata emendata di questo provvedimento lo stato di preoccupazione da
parte di tutti gli operatori italiani e stranieri resta altissima. Non sono
bastate neanche le rassicurazioni dei giorni scorsi dei ministri Paolo
Romani e Stefania Prestigiacomo e neanche le parole del Sottosegretario
allo Sviluppo Stefano Saglia ”Il taglio agli incentivi nella manovra non
c’era e non c’è e non ci sarà”.

Valerio Natalizia, presidente di ANIE/GIFI, Gruppo Imprese Fotovoltaiche
Italiane, ritiene che ”Le voci che si sono rincorse da giovedì 30 Giugno
hanno creato il panico nel settore, molti operatori hanno rinunciato ad
investire. II comparto del fotovoltaico esce stremato da quattro mesi di totale blocco a seguito del provvedimento di sospensione degli incentivi contenuto nel Decreto Legislativo 3 marzo 2011, n. 28 di attuazione della direttiva sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili e che ha causato numerosi fallimenti e sensibili riduzioni del personale. Ora ancora voci di possibili tagli agli incentivi appena fissati. Il settore delle rinnovabili ha bisogno di stabilità e sicurezza. Chiediamo al governo impegni precisi’‘.
Le imprese aderenti ad ANIE/GIFI ancora una volta ribadiscono che il settore fotovoltaico rappresenta una voce importante nel settore dell’energia rinnovabile, soprattutto alla luce dei risultati del referendum sul nucleare. Solo in queste ultime settimane si iniziavano a registrare i primi timidi segnali di ripresa, una ripresa comunque lenta. Gli istituti di credito nazionali, seppur con molte paure e perplessità, stavano tornando ad investire nel settore. Ma le voci provenienti da Roma rendono complicata qualsiasi pianificazione. C’è chi crede ormai che nel nostro Paese sia difficile fare un contratto con lo Stato.

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