Expo 2015? La storia infinita che coinvolge anche il mondo immobiliare

di Redazione Commenta

Expo 2015? La storia infinita che coinvolge anche il mondo immobiliare

Chi ha avuto modo di sfogliare i quotidiani di martedì 28 non può non avere evidenziato un articolo in prima pagina de ”Il Corriere della Sera” che riguarda da vicino il mondo immobiliare

Un articolo che ha destato l’interesse degli addetti al settore in quanto sottolineava il rischio che l’evento Expo 2015 salti, con buona pace dei soci che stanno litigando, un giorno sì e l’altro pure, da oltre novecento giorni.

Il nodo della questione è sempre lo stesso, ovvero quale strada utilizzare per entrare nella disponibilità dei terreni dove sorgerà la manifestazione. Aree che, ad oggi, sono per i due terzi di proprietà della Fondazione Fiera, mentre, per la rimanente parte, fanno capo al gruppo Cabassi.

Dopo lunghe diatribe, durate parecchi mesi, sembrava che questa estate ci fosse stata la soluzione che prevedeva l’acquisto totale da parte della Fondazione Fiera, quando, a sorpresa, l’altro giorno, l’accordo è saltato e la palla è stata rimessa al centro, dovendo optare fra tre vie d’uscita: a) accordo fra privati; b) acquisto da parte della Regione; c) esproprio.

In tutto questo scenario, il tempo è una risorsa scarsa avendo una scadenza vicinissima, fra circa tre settimane, quando sarà necessario fornire tutte le risposte al Bureau International des Expositions (BIE) che attende pazientemente da mesi.

Nella giornata di martedì, ben presto la questione si è spostata sul piano politico, dove, ancora una volta, sono iniziate le dichiarazioni ottimistiche dei rappresentanti della maggioranza (Comune, Regione, Provincia sono amministrate tutte dal PdL e sono tutti e tre soci della società di gestione Expo 2015), mentre, sull’altro versante, si registrano le critiche feroci dei politici delle opposizioni, i quali hanno colto l’occasione per sferrare un attacco al centro destra e, in particolare, al Sindaco di Milano Letizia Moratti, la quale pagherebbe tantissimo un eventuale fallimento Expo, a meno di un anno dal voto per eleggere il nuovo inquilino di Palazzo Marino.

Limitandoci ad osservare la questione sul piano squisitamente immobiliare, sottolineiamo, ancora una volta, l’illogicità di un simile ”modus operandi”. Infatti, non si capisce come mai ci sia preoccupati, nella fase iniziale, di eseguire un lavoro progettuale (o Masterplan, come lo si voglia chiamare), tralasciando l’aspetto primario, ovvero, quello di avere la disponibilità dei terreni – siano essi acquistati, piuttosto che avuti in comodato o a seguito di procedura di esproprio – passo necessario per potere eseguire il lavoro.

Sotto questo aspetto, particolare la tesi del candidato Pd alle prossime primarie a Milano Stefano Boeri, il quale, dopo avere svolto per conto del Sindaco Moratti un ruolo essenziale nella stesura del Masterplan, in queste ore suggerisce lo spostamento della rassegna in una zona diametralmente opposta della città (Ortomercato) e che, per questa sua dichiarazione, è stato criticato anche dall’altro candidato alle primarie Pd Giuliano Pisapia.

In questo scenario del tutti contro tutti, siamo alla resa dei conti finale, fermo restando che se Milano fallisse e perdesse la possibilità di organizzare l’Expo, le ricadute sul Governo, sui partiti della maggioranza e sull’economia nazionale sarebbero devastanti, così come quelle che, a cascata, graverebbero sulla città di Milano, sul Prodotto Interno Lordo della Lombardia e e sui cittadini meneghini, i quali non meritano un simile trattamento.

Va da sé che il mondo immobiliare è spettatore interessato della vicenda: Expo significa soldi, infrastrutture, turismo e servizi per l’intera provincia (un esempio su tutti, le nuove metropolitane 4 e 5 che consentirebbero a migliaia di pendolari di raggiungere meglio il luogo di lavoro), tutte voci che hanno una ricaduta importante nei valori al metro quadrato degli immobili, motivo per il quale occorrerebbe che l’universo del real estate, all’unisono, urlasse con forza la propria voglia di Expo, indipendentemente dalle opinioni personali di ciascuno.

Kevin John Carones e Anna Sara Balloni

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