Abitare: Feng Shui ed evoluzione della specie umana

Un tema dedicato a chi non vuole approfondire professionalmente lo studio del Feng Shui, ma vuole comunque applicarlo alla propria abitazione per migliorare la propria vita

Il primo tema che vogliamo condividere con voi affonda le sue radici nello studio e nell’analisi dell’evoluzione dell’uomo in relazione allo spazio che lo circonda. Nel far questo, ci vengono in aiuto la paleoantropologia, l’antropologia e l’archeologia.

Agli albori della nostra specie, i nostri progenitori (homo sapiens) non avevano differenze e peculiarità socio-culturali così sviluppate come ai giorni nostri. La tecnologia e le avanzatissime tecniche costruttive contemporanee – che oggi ci consentono di creare involucri abitativi tecnologicamente “indipendenti” dal contesto esterno – erano allora pressoché assenti.

Per milioni di anni l’uomo è vissuto in un rapporto di simbiosi con l’ambiente naturale e animale. La nostra specie si è sviluppata ed è sopravvissuta grazie a continui processi di adattamento alle mutate condizioni dell’ambiente circostante. Non è mai avvenuto il contrario!

Oggi, nel XXI secolo, siamo ad uno stadio avanzato di questo processo. Qualche millennio di accelerata civilizzazione non può cancellare meccanismi e automatismi impressi nella nostra struttura psico-fisica in milioni di anni di evoluzione.

Com’è nato il concetto di “casa”
In questa prospettiva, comprendere l‘evolversi del concetto “casa” ci consente di aver chiare le priorità che entrano in gioco nella progettazione e strutturazione degli spazi, e ci permette di evitare errori progettuali che sono causa di disagio, di malessere e di una cattiva fruizione degli ambienti. Ma, fondamentalmente, ci consente in primis di scegliere un luogo adeguato in relazione a ciò per cui verrà utilizzato.

Non abbiamo la pretesa di esaurire tematiche così ampie e complesse in poche righe, ma vogliamo fornire alcuni spunti di riflessione e dare il nostro contribuito nel ricostruire quella memoria storica che riteniamo sia la fonte di qualsiasi futuro sviluppo.

La caverna
Partiamo quindi dalla domanda fondamentale: qual è il prototipo della casa contemporanea? Nella preistoria, la caverna è stato il primo riparo naturale utilizzato dall’uomo per proteggersi dagli agenti atmosferici. La struttura di una grotta rifletteva in maniera precisa l’archetipo che nel Feng Shui ritroviamo nella polarità Tartaruga Nera – Fenice Rossa.

Questi non sono altro che rappresentazioni di strutture spaziali dove il focus si concentra sulla necessità di dar vita ad ambienti che trasmettano un senso di protezione, di riparo (la Tartaruga) e contemporaneamente di visibilità e controllo sul territorio circostante (la Fenice). L’uomo ha vissuto per millenni ricreando queste condizioni intorno a sé.

La grotta – utilizzata inizialmente solo come luogo di riparo e per dormire – nel tempo ha accolto nuove funzioni. Il fuoco che inizialmente veniva acceso solo fuori dalla caverna, è stato integrato in essa, diventando uno strumento per modificare il clima interno, dando vita ad uno dei primi esempi di “controllo” della temperatura e della luce, e rendendo in qualche maniera l’uomo un po’ più autonomo dal clima esterno.

Con il fuoco abbiamo anche il primo esempio di quello che si trasformerà nel moderno concetto di cucina, e qui possiamo rintracciare l’origine dell’associazione energetica Fuoco – cucina fornitaci successivamente anche dal Feng Shui.

Perché ci rivolgiamo verso il sud?!
Oltre alla forma della grotta, con una parte chiusa (yin) e una aperta (yang), l’uomo preistorico non ha trascurato la scelta dell’esposizione al sole. Le testimonianze dei siti abitati risalenti al Paleolitico mostrano come i nostri antenati prediligessero caverne con l’apertura verso sud. È facile immaginare come questo fattore consentisse di vivere in cavità asciutte, con una buona luminosità diurna, salubri e capaci di immagazzinare calore durante il giorno. Guarda caso, l’esposizione a sud è una caratteristica presente in gran parte delle abitazioni realizzate nella fascia temperata del nostro emisfero, almeno fino a qualche tempo fa…

Una ‘risposta inconscia’
Millennio dopo millennio, il fatto di abitare strutture con queste caratteristiche, ha creato nell’essere umano una ‘risposta inconscia’ per cui il sud viene associato a visibilità, apertura, massima luminosità, contatto con l’esterno, relazione e comprensione. Tutto ciò senza che entri in gioco la razionalità.

Quando si progetta o quando si sceglie un sito abitativo in cui inserire una nuova costruzione, non tener conto di questo aspetto significa bloccare tutti gli archetipi connessi alla direzione sud. In questo caso, è facile ritrovarsi in fasi della vita in cui si ha la percezione di ‘non essere visti’ o riconosciuti, di sentirsi incapaci di realizzare i processi che si avviano, di non avere il controllo su ciò che ci circonda e ci accade.

L’uomo preistorico si è ‘rivolto al Sole’ istintivamente, e il fatto che ora la tecnologia ci consenta di progettare senza tener conto della sua presenza, non significa che nell’essere umano venga cancellato questo profondo collegamento psicobiofisiologico costruito in millenni di evoluzione.

Gli ultimi secoli di progresso accelerato non sono altro che un battito d’ali rispetto a ciò che ci ha preceduti.

di Marzia Mazzi

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