Federalismo, Confedilizia: siamo alla barbarie fiscale

Se si aggrava la tassazione degli immobili non occupati fallimento annunciato per la cedolare?

Il Presidente della Confedilizia, Corrado Sforza Fogliani, ha così dichiarato:

”Se dovessero essere confermate le notizie relative ad un possibile aggravamento, col provvedimento sul federalismo comunale, della tassazione degli immobili non occupati, saremmo alla barbarie fiscale. Si approfitta infatti di un termine (sfitti) creato ad hoc per giocare sull’equivoco, e pur di arraffare soldi si colpiscono immobili non occupati solo perché necessitano di lavori di riattamento e di ristrutturazione, per recuperare le cui spese con contratti regolari occorrerebbero decine di anni.

Non è un caso che gli immobili in questione non sono dichiarati ”sfitti”, ma ”non occupati” al censimento (e molti sono seconde case, per questo non trovate occupate il giorno del censimento) e che, quando il Fisco locale non aveva il solo scopo di mettere le mani nei portafogli degli italiani, questi immobili venivano tassati in modo insignificante.

È di tutta evidenza, infatti, che se un immobile non viene locato (pur dovendosi pagare ugualmente le imposte relative) non lo si fa per fare un dispetto al potenziale inquilino, ma per motivi oggettivi.

Se il federalismo nasce con questi intenti (dopo che gli enti locali sono già riusciti ad evitare che fosse competitivo come in tutto il mondo, che è ciò che temevano), è meglio cambiare completamente registro.

Come per la cedolare, la cui aliquota unica al 20 per cento venne fissata in Consiglio dei ministri per diretto intervento del Presidente del Consiglio e verrebbe oggi alzata al 23 per cento per i contratti liberi, rendendo per gli stessi inutile il regime cedolare a riguardo di tutti i locatori fino al secondo scaglione di reddito (28mila euro all’anno).

L’ingordigia dei Comuni fa venir meno, con questa aliquota, ogni effetto psicologico, e rischia di far svanire ogni risultato sperato a riguardo dell’emersione dei contratti irregolari. La cedolare, o rimane secca o abortirà”.

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