”È nelle città verdi il futuro del mondo del mattone”: così Paolo Buzzetti, presidente nazionale dei costruttori (Ance), agli Stati generali del real estate all’Eire alla Fiera di Milano
E la strategia più concreta per raggiungere gli obiettivi è una sola: fare squadra, remare insieme, per rilanciare il settore in crisi e puntare sulla svolta verde, ecosostenibile applicata alla riqualificazione delle città, senza consumare nuovo territorio, ma migliorando l’esistente.

”C’è una grande opportunità da cogliere e si chiama Progetto città; una grande politica di sviluppo urbano da fare partire a livello nazionale, basata sulla manutenzione dei fabbricati, il risparmio energetico, la riqualificazione del territorio, le densificazioni, le ricostruzioni di edifici obsoleti senza consumare nuovo territorio, la qualità dell’abitare. Le città sono a livello mondiale i motori dello sviluppo futuro, i luoghi dove verrà prodotto l’80% della ricchezza”. Questa, chiosa Paolo Buzzetti, è la sfida che il comparto immobiliare deve accettare.
L’Eire è stato un momento di confronto, che ha chiamato a raccolta tutte le forze del settore per redigere insieme un manifesto della rinascita del settore edil-immobiliare. ”Un comparto, quello del real estate, che deve credere più in se stesso – ha detto – deve capire cosa significa essere una grande categoria, deve poter proporre un patto alle istituzioni e definire che tipo di rapporto vuole avere con la finanza e le banche. Per questo abbiamo presentato a Eire il primo manifesto del Real Estate Italiano”.
Un settore che esce da quattro anni di crisi durissima ma, dice ancora Buzzetti, ”noi siamo sopravvissuti alla crisi e abbiamo voglia di fare e cogliere questa sfida. I soldi? Ci sono, a patto che ci siano finalmente regole chiare e tempi certi per la realizzazione dei progetti. Sul fronte normativo chiediamo che il decreto sviluppo che contiene innovazioni per il nostro settore (trasferimento diritti edificatori e sanzione dei ricorsi strumentali nelle gare pubbliche) venga approvato in Parlamento. Noi operatori, tutti insieme, dobbiamo però fare un salto di qualità. Dobbiamo modernizzare il nostro settore, crescere come dimensioni, professionalità, innovazione, senza perdere per strada la nostra grande capacità artigianale che rappresenta il nostro valore aggiunto”.
Serve, quindi, un coordinamento del comparto e l’esigenza di fare squadra è stata riconosciuta da tutti gli intervenuti all’assemblea, per i quali serve un intervento di valorizzazione dei beni culturali che in tutto il mondo sono protagonisti dello sviluppo.

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