Economia Immobiliare, trend delle compravendite

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Secondo i dati resi noti dall’Agenzia del Territorio, lo stock complessivo dei fabbricati ammonta a 67,2 milioni di unità.
Circa il 49% degli immobili è costituito da abitazioni (gruppo A) ed è concentrato, complessivamente, nelle regioni del Nord. Nel 2010, per il settore residenziale, si evidenzia il calo delle categorie A4-Abitazioni popolari (-6.662 unità) e A5-Abitazioni ultrapopolari (-30.186 unità) e la riduzione della categoria A6-Abitazioni rurali (-24.895 unità).

Il VIP (Valore Imponibile Potenziale), complessivo ammonta a 2.751 miliardi di euro, di cui il 59,61% è relativo alle abitazioni, mentre il 18% circa è relativo al gruppo D (immobili speciali destinati in prevalenza alle attività produttive); è sempre nel Nord che si concentra più del 50% del VIP complessivo.
In base ai dati pubblicati dall’Istat nel primo trimestre 2011 sono 186.224 le compravendite di unità immobiliari, circa 4.500 in meno rispetto al primo trimestre del 2010. Il 93,3% delle convenzioni (173.779) riguarda immobili per abitazione e il 5,9% (11.000), unità immobiliari ad uso economico. Rispetto al primo trimestre 2010, le compravendite di immobili ad uso residenziale diminuiscono del 2,2%, quelle di immobili ad uso economico del 5,3%.
Il calo delle compravendite totali di unità immobiliari è più marcato nel Sud (-6,9%) e nelle Isole (-3,7%); variazioni positive rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente si registrano, invece, nel Nord-Ovest (+0,1%), per le unità immobiliari ad uso abitazione e nel Nord-Est per quelle ad uso economico (+2,8%).
Aumentano lievemente le compravendite effettuate e registrate negli archivi notarili delle grandi città (+0,2%), diminuiscono quelle negli altri centri (-4,3%).
La ricerca della casa tramite il web è ormai una realtà in continua crescita: in poco più di cinque anni il numero degli italiani che cercano casa on line è passato da 500 mila a quasi cinque milioni.
Colpisce il tasso di incremento che questo fenomeno continua ad avere: secondo Immobiliare.it parliamo di un aumento, rispetto al 2010, del 48,1%. Se questo vale per tutte le tipologie di abitazioni, quando si parla di bilocali il fenomeno assume una valenza davvero impressionante: la domanda è salita del 52,2% (2010 rispetto al 2011).
Il fenomeno si spiega considerando anche il particolare momento storico che il mercato sta vivendo: il bilocale risponde bene, ad esempio, all’incremento della mobilità del lavoro e alla frammentazione media dei nuclei familiari oltre, ovviamente, alla loro capacità di spesa che, lo ricordiamo, per molte giovani coppie oscilla fra i 120 e i 200 mila euro.
Il bilocale, di conseguenza, si presenta anche come il tipo di appartamento ideale per chi intende investire poiché, date le premesse, diventa il taglio più richiesto da chi vuole affittare casa. Guardando al dato nazionale, l’appartamento con due locali attira il 42,4% delle domande, mentre il trilocale si ferma appena al 25,5%.
Quando la famiglia cresce e si aggiungono dei figli, però, il discorso cambia. Quanto all’acquisto la domanda di bilocali equivale al 31,3% del totale, quella verso le tre stanze la supera arrivando al 34,1%.
Le stime Ance diffuse nell’Osservatorio Congiunturale di giugno scorso evidenziano, per il 2011, un’ulteriore contrazione degli investimenti in nuove costruzioni residenziali (-5,9% in termini reali su base annua). L’andamento negativo si conferma anche nel 2012, con un calo previsto del 5,3%.
In cinque anni (2008-2012, il livello degli investimenti in nuove abitazioni si è ridotto notevolmente, registrando una caduta del 38,9% in termini reali). In controtendenza gli investimenti di recupero abitativo, unico comparto del settore a registrare una crescita, seppur lieve, dei livelli produttivi (+0,5% nel 2011 e nel 2012, per un aumento complessivo nei cinque anni dello 0,9%).
Su tale dinamica ha sicuramente inciso l’andamento positivo delle richieste di agevolazioni fiscali per spese di ristrutturazioni edilizie (36%). Complessivamente, per gli investimenti in abitazioni (nuovo e recupero), si segnala una flessione cumulata, nell’arco del quinquennio 2008–2012, del 18,2% in termini reali.
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