Il 2007 può essere ricordato come l’anno che fissa, per le costruzioni, il periodo più lungo di crescita ininterrotta registrato dal 1970 a oggi, con volumi produttivi nel complesso assestati sui livelli del 2006. Questo straordinario trend di crescita, che risulta quantificabile in circa 26 punti percentuali tra il 1998 (anno di origine del ciclo positivo) e il 2007 a fronte di uno sviluppo del Pil nazionale pari al 13,6% per lo stesso periodo, ha ovviamente offerto un contributo decisamente significativo al sistema economico italiano anche in termini occupazionali. Tale settore, infatti, nel primo semestre 2007, ha occupato 1.948.000 persone, il 27,9% degli occupati dell’industria e l’8,4% di tutti i settori economici (si stima inoltre che l’immobiliare occupa circa 400 mila unita). Nel corso del 2007, pur trattandosi del nono anno di crescita consecutiva del settore delle costruzioni, è emerso un tasso di incremento più contenuto rispetto alle previsioni e, per la prima volta dopo otto anni, inferiore a quello del Pil. Un dato, questo, che sembra preludere all’interruzione del trend crescente, come era stato previsto dall’Ance per il 2008. Un dato che sembra preludere all’interruzione della tendenza . Questo rallentamento della crescita settoriale, principalmente dovuto, secondo le indicazioni delle imprese, al persistente calo delle opere pubbliche e alla staticità della nuova edilizia abitativa, traccia un quadro di generale stazionarietà per il comparto edile, con un +0,4% reale (a fronte del +2,1% registrato nel 2006), fissando gli investimenti in costruzioni, per il 2007, sui 150.455 milioni di euro, diversamente da quanto previsto nello scorso mese di giugno (+0,9%). Questa correzione al ribasso risulta imputabile, per gran parte, a un andamento particolarmente negativo riscontrato per le opere pubbliche, rispetto a quanto segnalato nel primo semestre del 2007, e da tassi di crescita sempre più contenuti e principalmente sospinti, dalla riqualificazione dell’esistente, nel subcomparto delle abitazioni.
Da sottolineare, tuttavia, come le stime di preconsuntivo delineino uno sviluppo del settore
delle costruzioni maggiormente prudente rispetto ai dati proposti dai principali centri di analisi
economica, compresi tra il +2,5% della Commissione Europea e il +3,8% di Prometeia.
Entrando, invece, nello specifico delle ripartizioni geografiche, vediamo come, a una sensibile
vivacità degli investimenti in costruzioni, riscontrabile nel Nord Ovest del Paese (+1,6%),
si contrapponga una flessione nel Nord Est (-1,1%). In crescita poi l’Italia centrale (+1,3% in termini reali). Il meridione lascia trasparire, nel corso del 2007, una lieve contrazione (-0,2%). Considerando nel dettaglio i diversi sub-comparti che compongono il settore edile nazionale, a partire da quello residenziale, vediamo come tale segmento abbia evidenziato nel corso del 2007 un tasso di crescita degli investimenti pari allo 0,9% in termini reali (ben distante dal +3,6% registrato nel 2006), sintesi di due trend abbastanza diversi tra loro: a fronte della stazionarieta, per le nuove edificazioni, si è contrapposto un ulteriore rafforzamento degli interventi di riqualificazione dell’esistent (+1,8%). Il rallentamento degli investimenti in edilizia residenziale di nuova costruzione risulta imputabile principalmente a due fattori: il trascinamento degli interventi intrapresi negli ultimi anni e un rallentamento delle quantità domandate che, dopo anni di soddisfacenti performance, sembrano evidenziare diffusi segnali di contrazione e una maggiore prudenza nelle scelte di investimento, pur confermandosi ancora su livelli certamente interessanti. Positive, invece, le performance fatte segnare dagli investimenti nella riqualificazione. Nel complesso, pertanto, nonostante un’evidente riduzione dei tassi di crescita, se confrontato con gli altri comparti nei quali si articola il settore edile italiano, il residenziale mantiene anche nel corso del 2007 un ruolo assolutamente primario.
Dopo le soddisfacenti performance registrate nel 2006, prosegue anche nel corso del 2007
il trend di crescita degli investimenti privati in costruzioni non residenziali, che si lasciano definitivamente alle spalle i deludenti risultati evidenziati tra il 2003 e il 2005. Per il 2007, infatti, si stima un incremento in termini reali del +1,9%, che fissa il dato assoluto degli investimenti in 39.944 milioni di euro. Da sottolineare, all’interno di tale comparto, la buona spinta propulsiva del settore alberghiero e dei servizi, che confermano i positivi segnali
evidenziati già nella prima parte del 2007. Desta crescenti preoccupazioni l’andamento del comparto delle opere pubbliche connotato, anche nel corso degli ultimi 12 mesi, da una decisa flessione dei livelli produttivi che, in termini reali, ha toccato i 3 punti percentuali, assestandosi, in valore, sui 30.483 milioni di euro. Le difficoltà sempre maggiori incontrate da questo comparto risultano essere l’inevitabile conseguenza della progressiva riduzione negli ultimi anni di risorse pubbliche destinate a nuovi investimenti infrastrutturali. Secondo il Rapporto congiunturale e previsionale sul Mercato delle costruzioni 2007, realizzato da Cresme/Saie e presentato lo scorso ottobre, l’anno appena chiuso vede un settore delle costruzioni a crescita zero, con una previsione per il 2008 di decisa contrazioneì degli investimenti. Per quanto attiene ai subcomparti nei quali il settore si articola, si confermano le difficoltà che gravano sul settore delle opere pubbliche, a fronte di lievi segnali di tenuta per quanto attiene la riqualificazione del residenziale esistente e i fabbricati privati per le attività economiche. In difficoltà, invece, il comparto della nuova edificazione residenziale. Con riferimento invece al Rapporto Cresme/Saie sul Bilancio delle costruzioni 2007, dove vengono analizzati i bilanci e le performance delle imprese edili italiane, il quadro di sintesi che emerge lascia trasparire diffusi segnali di rallentamento, con una crescita del settore nel corso del 2006, decisamente contenuta (+3,2%, la minore crescita degli anni 2000), un fatturato in calo per il 46% delle imprese costituenti il campione monitorato, un’evidente frenata per le imprese medie e piccole, a evidenziare crescenti problematiche legate non solo alle flessioni degli investimenti in opere pubbliche, ma anche dell’immobiliare e, comunque, dell’attività edile in genere. Mentre le grandi imprese, solitamente capaci di assumere un ruolo sempre più rilevante in quanto attrezzate per rivolgersi al mercato estero, sono in continua crescita. Alla luce di un quadro di analisi improntato a un generale rallentamento del processo di crescita del settore delle costruzioni nel corso del 2007, il comparto delle costruzioni dovrebbe essere nel 2008 stazionario, con una variazione dei livelli produttivi complessivi quantificabile, in termini reali, prossima allo zero. Questo dato medio sintetizza andamenti abbastanza diversi per i vari sub-comparti, con una flessione per le nuove edificazioni residenziali e per gli investimenti in opere pubbliche, contro un rafforzamento degli investimenti in fabbricati privati per attività economiche e nel recupero abitativo. Confrontando infine il dato dell’Ance con le previsioni fornite dagli altri principali centri di analisi economica, questo si colloca all’interno di un range di variabilità compreso tra il -0,9% del Cresme e il +1,9% dell’Ocse, risultando il più prudente circa i tassi di variazione attesi. Il Consensus attribuisce così al 2008 una crescita degli investimentixin costruzioni dello 0,9 per cento. Previsioni sull’andamento degli investimenti in costruzioni dei principali centri di analisi economica (variazione percentuale 2008/2007) Commissione Europea – Maggio 2007 +1,4 Ocse – Maggio 2007 +1,9 Cresme (Produzione) – Giugno 2007 -0,9 Ref Irs – Luglio 2007 +0,9 Isae – Luglio 2007 +1,5 Prometeia – Ottobre 2007 +1,7 Ance – Ottobre 2007 -0,1 Consensus +0,9
Anna Carbone – www.bpmediagroup.it