Edili: un salasso la tassa sul suolo pubblico per i cantieri edili nel comune di Carrara

di Redazione Commenta

Cantieri edili equiparati ad attività commerciali. Fino a sette mila cinquecento euro di tasse per un cantiere che “occupa” il marciapiede. Gli edili: “Non pubblici regolamenti e tariffari”. Una mazzata” la tassa sul suolo pubblico applicata dall’Ica, l’ufficio per la riscossione delle Imposte Comunali Affini ai cantieri edili che “occupano” marciapiedi e strade durante i lavori di ristrutturazione nel Comune di Carrara. A denunciare l’impennata dei prezzi sono gli edili di Cna che hanno registrato un incremento (+ 300% negli ultimi cinque anni) dei tariffari trovandosi a pagare cifre tra i 2 mila e i 7 mila 500 euro per aver occupato, con un cantiere (ponteggi, spazio per impastatrice, casottino-magazzino, etc), un tratto di marciapiede per un periodo tra i 60 e 180 giorni. I casi sono riferiti ad un piccolissimo cantiere di 70 metri quadrati (intorno ai 2 mila euro), uno dei tanti che si vedono in città, e ad un cantiere medio-grande che occupa 100 metri quadrati (7 mila e 500 euro) di suolo pubblico con l’aggravio che le tariffe aumentano in modo consistente, passando dai 36 centesimi standard ai 43 centesimi in caso di proroga, ovvero se si ha necessità di prolungarlo per completare i lavori. Tariffe che addirittura triplicano, arrivando a 85 centesimi per metro quadro, se il malcapitato imprenditore si dimentica di segnalare l’allungamento del periodo di sfruttamento del suolo e onestamente – prima dei controlli – si presenta agli uffici e si autodenuncia. Esattamente come le attività commerciali e della ristorazione che pagano un tot di euro per ogni metro occupato per prolungare locali su piazze e strade, anche gli edili sono assoggettati allo stesso meccanismo senza però essere a conoscenza di tariffari e regolamenti. “Non lo troviamo giusto – tuonano gli edili – fino a qualche anno fa il costo dell’occupazione per i cantieri edili era accettabili, da qualche anno è diventata una voce troppo pesante nell’economia delle ristrutturazioni e dei cantieri incidendo nella misura del 10% dei costi complessivi per ristrutturare una facciata o un tetto.

Le 36 lire sono diventate, con il cambio moneta dalla lira all’euro, 36 centesimi – sottolineano con in mano le fatture risalenti al 2002″. Eccetto una zona ristrettissima del centro storico (Piazza D’Armi e Via Finelli non ne fanno parte) per cui non si pagano tasse sul suolo pubblico, nel resto della città fino alle zone montane e litorali, si paga. “E’ considerato centro storico una piccola porzione della città – analizzano ancora – mentre tutto ciò che è fuori dalla no area tax, si paga. Addirittura per una gru con cestello un giorno, dalle 8 del mattino alle 17, ci fanno pagare oltre 70 centesimi il metro quadrato. Una follia”. L’altro punto è la pochissima trasparenza con cui vengono applicati i tariffari e la mancanza di un regolamento pubblico a portata di tutti che Cna non digerisce: “Più volte – spiegano gli edili – abbiamo chiesto agli uffici dell’Ica la copia del tariffario e del regolamento per capire in che misura e in quali casi si paga di più o di meno. Non sappiamo quanto dobbiamo pagare se abbiamo una gru con cestello o un semplice ponteggio. Presentiamo il piano, preparano il bollettino e noi paghiamo senza sapere i parametri. Crediamo sia arrivato il momento di sederci ad un tavolo e capire la situazione perché di questo passo ci dissanguano”.

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