Nucleare: obiettivo copertura del 20% del fabbisogno energetico italiano

di Redazione 1

Per centrare l’obiettivo della copertura del 20% del fabbisogno energetico italiano con l’energia nucleare nel 2020, prefissato dal governo, sono necessarie sei centrali nucleari da realizzare su tre siti. Questo il calcolo di Giancarlo Aquilanti, responsabile area tecnica nucleare di Enel, intervenuto al IV Workshop “Posizionamento strategico dell’Italia nel settore dell’energia: nucleare subito?”, che si è svolto a Roma il 19 giugno. “ha spiegato l’esperto – consumiamo 330 TWh. Considerando una crescita della domanda a un tasso prudenziale dell’1,2% annuo – ha aggiunto – arriveremo a 380 TWh nel 2020”. Per coprire il 20% di questa cifra con l’energia ricavata dall’atomo, cioè 76 TWh, “servono sei unità nucleari del tipo Epr di ultima generazione da 1.600 MW”. Dal punto di vista tecnico sarebbero sufficienti tre siti, perchè ciascuno ospiterebbe due unità, un accorpamento utile anche da punto di vista della riduzione dei costi e dei servizi tecnici che sarebbero sfruttati in modo più funzionale.

Quanto all’individuazione dei possibili siti e alla future centrali, secondo Aquilani, “sarebbe logico ripartire dai siti che ospitavano centrali nel periodo in cui l’Italia sfruttava l’energia nucleare anche se – ha puntualizzato – occorre verificare se questi luoghi rispondono ancora alle stringenti caratteristiche necessarie, soprattutto dal punto di vista della densità della popolazione e della disponibilità di acqua”, due fattori che, nel corso degli anni, possono essere variati, mentre le caratteristiche geotecniche e sismiche dei luoghi sono evidentemente le medesime di allora.

Al workshop è intervenuto anche il sottosegretario allo Sviluppo economico, Adolfo Urso, il quale ha ribadito che l’Italia rientrerà nell’energia nucleare in tempi brevi e le prime centrali sorgeranno entro un periodo di 7-8 anni. Urso ha sottolineato che “il Paese non rientra oggi nel nucleare, ma ha cominciato il rientro già nella legislatura 2001-2006 quando ponemmo le premesse di questo percorso. Mi riferisco – ha spiegato – alla decisione di consentire alla Sace di assicurare l’Ansaldo nella sua attività svolta in Romania nel settore nucleare. Inoltre – ha proseguito – prendemmo un’altra decisione cruciale, rimuovendo il divieto, frutto del referendum del 1987 che impedì all’Enel di operare nel settore nucleare anche quando questa attività si fosse svolta al di fuori dei confini italiani”.

Urso ha spiegato che, quindi, oggi “non facciamo altro che completare questo percorso” che “si svolgerà in fretta: un anno o un anno e mezzo per realizzare il contesto legislativo; due o tre anni per la progettazione e la programmazione finanziaria e quattro anni per la realizzazione”, in modo da avere le centrali tra “sette-otto anni”. Il sottosegretario ha evidenziato che imboccare la strada del nucleare non vuol dire rinunciare a sviluppare le fonti rinnovabili perchè “sono due corsie della stessa autostrada”.
Il piano triennale per l’energia predisposto dal governo nella finanziaria è stato definito “molto positivo” e “un notevole passo avanti per lo sviluppo del Paese e per l’aumento della efficienza complessiva del sistema” dall’AD di Enel, Fulvio Conti, che ritiene che il piano vada “incoraggiato”.

ww.enel.it

Commenti (1)

  1. Mi semba che quella del dr. Aqulanti sia senz’altro una voce da non ascoltare. Il punto nucleare n ‘e’ certo quello di come aggirrare una legge, come sembra suggerire, quella sul nucleare, ma semmai di emendarla o abrogarla. E quindi le dichiarazioni che l’italia ha gia’ abrogato delle leggi ed e’ pronta al “rientro al nucleare” e’ infondata. Non sembrano certo parole di un manager di stato che ho critica la legge se non e’ d’accordo, o la fa rispettare se conviene.

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