Sette buone ragioni per incrementare le case in locazione

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La cedolare secca applicata solo ai contratti concordati – agevolati (come previsto dal testo adottato dalla Commissione Finanze della Camera dei Deputati) non basta allo scopo.

Intervenendo alla Tavola Rotonda Emergenza casa. Una società senza tetto? organizzata, all’ Ambrosianeum di Milano, da MCL Movimento Cristiano Lavoratori, in occasione del Congresso provinciale, il Presidente di Assoedilizia avv. Achille Colombo Clerici ha affermato:

“L’ Italia in Europa è il Paese che ha meno case in affitto. Siamo al livello dei paesi economicamente meno evoluti: la Turchia, l’ Irlanda. E siamo superati dalla Spagna. Ne discutiamo qui tra addetti ai lavori che ormai hanno sentito quasi tutto in argomento. Vorrei perciò semplicemente ricordare 7 buone ragioni perché si debba ritenere che in Italia occorre incrementare il numero degli alloggi offerti in locazione.

1) Anzitutto, primo effetto positivo sarebbe automaticamente quello di un calmieramento dei prezzi, non solo della locazione, ma anche della compravendita, perché anche in questo campo la domanda viene alleggerita di una pressione impropria. Disporre di una minor offerta abitativa in locazione significa (per via del fenomeno di mercato conseguente alla rarefazione dell’ offerta), tener alto il livello dei prezzi del prodotto. E viceversa.

2) Secondo effetto positivo: una maggior disponibilità di alloggi per coloro che non riescono o non intendono, per vari motivi, acquistarli. Troveranno casa a prezzi contenuti anche gli anziani, le giovani coppie, i managers ed i dirigenti e tutti coloro che per motivi di carriera debbono spostare continuamente la dimora.

3) Una maggiore flessibilità del rapporto cittadino / abitazione (cioè una maggior mobilità abitativa), che meglio permette di secondare i processi di trasformazione socio – economica in atto a livello, non solo nazionale, ma globale. Il radicamento degli italiani alla casa di proprietà è un serio ostacolo ai processi di ristrutturazione e di riconversione economico – sociali, così necessari alla competitività internazionale del nostro Paese. Altro effetto benefico sta in una riduzione del fenomeno della marginalizzazione della residenza e quindi del pendolarismo.

4) Mobilitare nell’ edilizia in locazione investimenti di risorse finanziarie, alla ricerca di collocazioni economicamente interessanti, attualmente in possesso non solo delle famiglie (persone fisiche), ma anche delle persone giuridiche (società di gestione immobiliare, fondi di investimento, enti).

5) Dar luogo ad un sostanziale incremento degli interventi di manutenzione e di riqualificazione del patrimonio edilizio con evidenti ricadute vantaggiose a favore di costruttori, professionisti, impiantisti, ed installatori. Il che non guasta in questo periodo di crisi, per via del maggior dinamismo del rapporto conduttore / immobile rispetto al rapporto proprietario / immobile (senz’ altro più statico: anzi improntato ad uno spiccato immobilismo; non parliamo del condominio che, fra tutti, è il soggetto meno reattivo di fronte alle esigenze di rinnovamento urbano)

Il turn over delle case in locazione implica un costante adeguamento del
patrimonio edilizio. Insomma, rispetto alla situazione della casa in proprietà, se siamo in presenza di una locazione economicamente conveniente (altrimenti c’ è il degrado, come avveniva con l’ equo canone) la manutenzione degli immobili e la loro riqualificazione sul piano edilizio / urbanistico ne guadagnano indubbiamente. Oggi abbiamo il problema della riqualificazione energetica e le possibilità di recupero offerte dal piano casa: settori nei quali i locatori, ed in particolare le società immobiliari, possono giocare un ruolo veramente importante.

Purtroppo una legislazione fiscale miope ed ottusa continua a punire, nel settore degli interventi di riqualificazione degli edifici, particolarmente le società di gestione immobiliare, soprattutto se locano alloggi, le quali sono peraltro i soggetti dotati di maggiori disponibilità, anche finanziarie, per interventi di tal genere.

6) Dulcis in fundo: incassare più imposte, non solo in termini di imposta di
registro, ma anche come ICI, IRPEF ed IRPEG. Consideriamo che queste ultime danno luogo ad un gettito che è di 7 miliardi e mezzo, poco meno di quello dell’ ICI. E che, a furia di costringere, con difficoltà di mercato e con privilegi fiscali, gli italiani a comprar casa, e poi riconoscendo agli stessi per l’ abitazione principale in proprietà una esenzione generalizzata da tutte le imposte, a pagar l’ ICI e le imposte dirette fra poco, per il residenziale, non ci sarà più nessuno.

7) Non discriminare, sul piano delle agevolazioni tributarie, tra locazione convenzionata e locazione libera permette di perseguire una efficace politica di riqualificazione estetico – edilizia delle città”.

Assoedilizia

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