Terreni Expo: acquisto o comodato?

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Terreni Expo: acquisto o comodato?

Una settimana particolarmente importante per il futuro di Expo 2015

Una riunione del CDA che da un lato ha visto la nomina ufficiale di Giuseppe Sala ad Amministratore Delegato di Expo 2015 al posto del dimissionario Lucio Stanca, dall’altro ha registrato un innalzamento dello scontro istituzionale fra soci, con il Comune di Milano che, al pari del Presidente della Provincia Guido Podestà e del Ministro dell’Economia Giulio Tremonti, punta sul comodato delle aree (o diritto di superficie).

Dall’altra parte della barricata si trova il Governatore della Regione Lombardia Roberto Formigoni che è, invece, favorevole all’acquisto delle aree, temendo che, con la soluzione prospettata dal Sindaco Letizia Moratti, di fatto, si favoriscano i privati proprietari dei terreni, rischiando in tal modo di finire nel tritacarne della Corte dei Conti.

La scelta è complicata (a meno di clamorosi colpi di scena, quasi certo che il vero sconfitto sarà il Presidente Formigoni): da un lato, acquistare oggi – la richiesta iniziale della proprietà è stata di 140 milioni di euro – con una Legge Finanziaria alle porte che sacrifica gli enti locali, significa mettere a dura prova i conti pubblici in un momento non facile (il rischio forte per i politici coinvolti è di perdere consensi nel proprio elettorato, situazione deleteria a meno di un anno dal voto per eleggere il nuovo inquilino di Palazzo Marino).

Dall’altro, l’ipotesi del diritto di superficie, se nel breve consente una soluzione semplice per uscire dall’impasse in un momento di difficoltà, nel lungo periodo finisce giocoforza per arricchire i proprietari dell’area che si troverebbero con i vantaggi di una modifica di destinazione d’uso.

Nel dettaglio, l’ultima proposta dei privati con riguardo al diritto di superficie prevede che circa 340.000 mq (pari al 45% dell’area) ritornerebbero ai privati alla fine della manifestazione, con diritto edificatorio pari a 0,52mq/mq, a fronte di un pagamento di circa 200 milioni di euro, compresi circa 90 di oneri di urbanizzazione.

Tradotto, significa che qualsiasi immobiliarista e/o investitore internazionale vorrebbe essere al posto di Ligresti, socio di maggioranza dei terreni oggetto del contendere, il quale, al termine della manifestazione internazionale, si troverà a godere di una plusvalenza di svariati milioni di euro, senza avere fatto nulla o quasi.

Per prevenire polemiche ed evitare di prendere rischiosi abbagli, la soluzione prospettata dal Sindaco Moratti è stata quella di nominare un Advisor indipendente che dovrà valutare la congruità o meno delle decisioni.

Sul punto si registra il dissenso del Presidente Formigoni che sembrerebbe contrariato anche dal fatto di non avere più il controllo della manifestazione, pallino che è passato prepotentemente nelle mani del Sindaco di Milano, con la nomina ufficiale dell’AD Sala.

Limitandoci ad osservare la questione dal punto di vista immobiliare e non politico, l’errore imperdonabile di fondo è avere fatto i conti senza l’oste, avere cioè programmato tutto il progetto Expo senza né avere la piena proprietà dei terreni, né un contratto preliminare in mano.

Ed è singolare che a commettere questo sbaglio sia stato anche il Comune di Milano, la medesima Pubblica Amministrazione che quando un privato vuole portare avanti una semplice pratica edilizia come un semplice recupero di sottotetto chiede come prima domanda se si è proprietari, piuttosto che aventi titolo con delega della proprietà che, in ogni caso, occorre specificare.

Kevin John Carones e Anna Sara Balloni

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